Negli articoli precedenti abbiamo visto cos’è la paura. Ora parliamo del coraggio. Se la paura è una forza che ci protegge istintivamente dai pericoli e che, se diventa patologica, ci rende prigionieri di noi stessi e ci impedisce di vedere “oltre” e di entrare in rapporto con la realtà, il coraggio è una scelta libera e consapevole di chi, provando paura, decide di affrontare un pericolo a favore di un’ideale, di un bene più grande del nostro stesso ego. Infatti, chi compie gesti o delibera azioni che vanno a ledere in qualche modo la propria integrità prova paura, ma la vince! Siamo qui di fronte alla dualità dell’esistenza: amico-nemico, vita-morte, bene-male. In questo caso paura-coraggio. Esse sono forze potenti che si muovono dentro di noi e fanno la differenza per quanto riguarda il nostro cammino esistenziale. Chi ha paura non vive, sopravvive! Non conosce, si protegge! Non procede e non evolve, si rinchiude nel conosciuto e in ciò che può controllare. Il coraggio è, invece, una forza cui possiamo attingere se possediamo una motivazione, una spinta e una conoscenza tali da farci andare oltre la paura, anzi, da trasformarla in forza d’azione per un bene più grande anche di noi stessi. Così gli uomini di coraggio, e sono tantissimi nella storia, hanno addirittura perso la vita per la loro causa che spesso riguardava la libertà, la dignità e il riconoscimento della persona e della dignità della vita umana. Il coraggio ci spinge a salvare un amico, un figlio, un amore, una persona che neanche conosciamo rischiando la nostra vita perché lo troviamo giusto o ci spinge ad esprimere il nostro pensiero pur sapendo che ne pagheremo amare conseguenze. Chi ha coraggio vince le forze istintive e le paure dettate dalla cultura e dai condizionamenti sociali e cambia la propria e l’altrui vita. Ci vuole coraggio per rompere gli schemi e le abitudini che se da una parte ci proteggono rispetto agli imprevisti dall’altra ci fanno vivere come in un recinto, dove tutto è scontato e prevedibile. Ci vuole coraggio in amore, dove siamo esposti e vulnerabili perché ci dobbiamo affidare agli altri.

(continua nella prossima edizione)

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