“Uniamo la nostra preoccupazione a quella manifestata dal presidente dell’Autorità portuale del Lazio, Pino Musolino, comparsa questa mattina sul Messaggero: il mancato riconoscimento del Porto di Civitavecchia tra gli hub ‘core’ è, oltre che inspiegabile, fortemente penalizzante per uno scalo che si configura come uno degli snodi centrali della logistica e dell’economia non soltanto del territorio laziale, ma dell’intero Centro-Italia, e che potrebbe avere un impatto anche in termini di nuova occupazione, diretta e indiretta”.
E’ quanto si legge in una nota dei Segretari Generali della Filt-CGIL Roma Lazio, Fit-Cisl Lazio e UilTrasporti Lazio, Eugenio Stanziale, Marino Masucci e Maurizio Lago, in cui si aggiunge che “il porto di Civitavecchia dovrebbe essere ‘core’ anche per il semplice fatto di essere lo sbocco sul mare della nostra Capitale. L’impossibilità di accedere a finanziamenti importanti oggi appare ancora più incoerente alla luce delle previsioni del PNRR rispetto al potenziamento del sistema infrastrutturale del Lazio (vedi in particolare potenziamento delle linee ferroviarie Roma Pescare, anche sul segmento merci, piuttosto che della linea Orte- Ancona) e alle opere rientranti nelle previsioni dello Sblocca Italia, per le quali sono di recente stati nominati i commissari straordinari. Queste infrastrutture, infatti, entreranno in correlazione con le opere strutturali che si stanno portando avanti nello scalo civitavecchiese per l’ampliamento della capacità di movimentazione delle merci: ricordiamo che la Capitale è il secondo bacino per consumi a livello nazionale e il quinto a livello europeo. Al contempo, le previsioni di costituzione della Zona Logistica Speciale potrebbero rendere l’hub di Civitavecchia il principale scalo del Mediterraneo per quanto riguarda i collegamenti con il Nord Africa e anche per quanto riguarda i flussi tra Est e Ovest, attraverso la trasversale Barcellona- Roma -Ploce”.
“Le sfide che ci attendono nello scenario post pandemico – si conclude nella nota – sono molte, e vanno colte in modo condiviso e responsabile, senza ‘inciampare’ in intoppi burocratici: se adeguatamente valorizzato, il sistema logistico portuale può creare molti posti di lavoro e nuove specializzazioni, legati ad esempio alla blockchain, alla cybersecurity, all’intelligenza artificiale e alla realtà aumentata”.
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