L’insistenza di ambientalisti e Comune strappa all’assessore Lombardi il “no” della Regione al gas.

Ora la palla passa al governo, ma sul territorio qualcuno mostra un nervo scoperto.

Alla fine il “no” che il territorio voleva sentire è arrivato.

È quello che la Regione Lazio ha detto, per bocca di Roberta Lombardi, alla centrale a gas che dovrebbe sorgere al posto di Torre Valdaliga Nord. Una posizione che, dicono fonti sindacali, è peraltro arrivata solo su sollecitazione dei partecipanti al tavolo del lavoro convocato dal sindaco Ernesto Tedesco: è però arrivata, principalmente grazie all’insistenza di comitati ambientalisti e Comune che non hanno voluto mollare l’osso, e chiaramente non si potrà più prescindere da essa.

La partita ora si sposta su due piani.

Il primo è quello governativo, perché se l’assessore regionale alla transizione ecologica ha detto che la centrale non serve, ora la stessa cosa dovrà anche dirla il ministro alla transizione ecologica. Cosa che pare non scontata, anche se il corto circuito politico sarebbe evidente.

Ma anche sul territorio si sono visti contraccolpi. Alcune polemiche seguite alla riunione del tavolo del lavoro, in particolare sul fatto che mancassero le associazioni datoriali, mettono in mostra le prime crepe. Se il sindaco si è affrettato a dire che anche la categoria imprenditoriale avrà presto ascolto nella stessa sede, la “permalosità” mostrata da alcuni addetti ai lavori non è passata inosservata.

Segnali di nervosismo davanti alla prospettiva di puntare tutto sulle rinnovabili, che sotto sotto lasciano scettico qualcuno in termini di vere ricadute occupazionali? A pensar male si fa peccato…

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