Siamo alle solite. Arriva qualcuno, a cadenza periodica, che non avendo altro da fare ci vuole “consigliare” come fare il nostro lavoro, non considerando il piccolo particolare che se siamo qui lo dobbiamo al voto che i nostri Soci hanno espresso. E se nemmeno questo ragionamento dovesse essere una valida giustificazione ecco che le truppe cammellate, l’esercito egli incolti, vorrebbe fare la voce grossa e convincerci che le Leggi non vanno applicate e le sentenze non possono essere impugnate. Questi personaggi hanno veramente poca cultura perché ci accusano di inerzia ed antidemocraticità, mentre sono i primi a chiedere processi di piazza e a volere che qualcuno, naturalmente al posto loro, violi la Legge. Ma a quale fine non lo spiegano. Comunque prima ci chiedono di liberare i terreni e poi ci contestano che l’estensione dei terreni di dominio collettivo si è ridotta. Siccome non hanno il coraggio di ammettere che qualcuno il proprio lavoro lo sappia fare inneggiano alla rivolta, aspirano ad un clima cileno pur di creare il caos. Dimenticano, o fanno finta di dimenticare, che nel frattempo è intervenuta una Legge che ha ridisegnato l’assetto e le competenze delle Università Agrarie e che noi siamo l’unica Università tra quelle del nostro territorio che ha avviato un percorso per adeguare l’organizzazione e lo statuto alla Legge. Per noi, da sempre trasparenti, disponibili e capaci è la normalità. Per loro che sono stati abituati a convivere con le precedenti gestioni dell’Università sono fenomeni talmente strani da risultare incomprensibili. Ma l’importante è fare chiasso, istigare alla rivolta e non raccontare a nessuno quale sia il loro vero obiettivo.

Università Agraria di Civitavecchia

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