Dopo 6 anni di stallo contrattuale, proprio quando si pensava che un accordo fosse vicino e possibile, ecco che nuovamente il Negoziato con i sindacati per il Rinnovo del CCNL della Vigilanza privata salta, e insieme a esso tutti i punti fin’ora trattati.

Questa volta a quanto sembra, la motivazione può essere la  nascita di una nuova associazione datoriale che ha raggruppato due importanti Istituti di vigilanza protagonisti sul territorio nazionale.

Le stesse associazioni datoriali nella giornata del 18 Marzo hanno risposto di non avere più il mandato delle aziende utile alla prosecuzione del negoziato.

”Tutto da Rifare Quindi!!!”

Le Organizzazioni Sindacali hanno dovuto così prendere atto della conclusione del confronto con esito negativo, proclamando per Il 13 Aprile, un incontro Unitario delle rappresentanze a Roma per decidere ulteriori mobilitazioni a livello Nazionale».

A rimetterci anche questa volta sono sempre le Guardie particolari Giurate, che nonostante l’emergenza sanitaria ancora in atto, le stesse hanno sempre lavorato anche per svolgere servizi non previsti dalla loro mansione, in nome dell’interesse generale soprattutto in questo disgraziato periodo.

Tutto ciò si è aggiunto al già gravoso impegno e rischio che contraddistingue la loro attività per tutelare i beni pubblici e privati e per la sicurezza pubblica.

Particolare riguardo va dato a quei servizi sussidiari, regolamentati dal DM 85/1999 e DM 154/2008 per Porti, Aereoporti e Stazioni Ferroviarie.

Le Guardie Particolari Giurate e gli Addetti alla Sicurezza chiedono rispetto:

  • garanzie occupazionali e controlli più severi in occasione dei cambi di appalto che vedono il succedersi di aziende diverse per lo svolgimento della stessa attività;
  • rispetto dei turni e orari di lavoro coerenti con le esigenze di recupero psico-fisico(riposo fisiologico) e le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro legge 81/08;
  • riconoscimento della professionalità acquisita in considerazione delle caratteristiche dei siti nei quali si deve garantire la sicurezza;
  • aumento salariale per ridare dignità al proprio lavoro(art. 36 della Costituzione), per rispondere ai bisogni delle proprie famiglie e uscire dalla soglia della povertà, special modo in un periodo contraddistinto da un’impennata dei prezzi dei beni primari tutti».

GPG Damiano C.
Roberto F.

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