Cozzolino sindaco e la sua giunta inquirente, hanno trascorso quasi due anni ad accusare le precedenti amministrazioni di mala gestio della cosa pubblica. Talmente accecati dall’arroganza e supponenza politica che fin qui li ha sempre contraddistinti, hanno perso di vista i veri obiettivi che si erano prefissati in campagna elettorale, tagli e risparmi.
La cosa più eclatante e, alla stesso tempo, imbarazzante, la grande voragine provocata da HCS e Città pulita da quando sono loro alla guida dell’amministrazione comunale. L’ex sindaco Pietro Tidei aveva “lasciato” in eredità al commissario straordinario Santoriello un debito di circa 23 milioni di euro causato dalla gestione di società carrozzone dove comunque una via d’uscita sembrava essere stata trovata.
Il commissario, nonostante tutto, era riuscito a contenere le spese e il debito, nel corso dei mesi da lui condotti, si aggravò di altri 4 milioni euro in 7 mesi.

I soli rimborsi spese sono di circa 6mila e 600 euro tutti i mesi (alla faccia del bicarbonato di sodio avrebbe detto Totò). In meno di un anno e mezzo le società di consulenza a perdere hanno incassato circa 417 mila euro.

Loro, i pentastellati dalle mille e più risorse individuarono nel liquidatore Micchi l’uomo della svolta. In effetti a svoltare è stato il suo conto in banca personale e quello di alcune società chiamate a svolgere consulenze che, a quanto si dice, dovrebbero essere molto vicine a parenti e amici dello stesso liquidatore.

Micchi, un uomo da quasi 17 mila euro al mese, ha saputo trasformare il debito in qualcosa di straordinariamente elevato.

Micchi, un uomo da quasi 17 mila euro al mese (il dettaglio dei suoi compensi lo potrete leggere nello schema pubblicato) ha saputo trasformare il debito in qualcosa di straordinariamente elevato. A conti fatti, ma l’errore è davvero minimo, il debito è praticamente raddoppiato. Sono arrivati a superare la soglia dei 60 milioni. Una voragine di soldi capace di far impallidire Città metropolitane come Roma e Milano. Da segnalare anche le improvvise promozioni a due impiegate delle società in questione che si occupano prevalentemente di accantonare i rimborsi del “povero” Micchi. Pensate, è talmente oberato di lavoro che a Civitavecchia si vede molto raramente ma, allo stesso tempo, i soli rimborsi spese sono di 6mila e 600 euro tutti i mesi (alla faccia del bicarbonato di sodio avrebbe detto Totò). In meno di un anno e mezzo le società di consulenza a perdere hanno incassato 417 mila euro.Ovviamente una mucca da mungere così prolifica impone proroghe su proroghe. Ecco allora che per portare a termine questo concordato il buon Micchi ne ha già ottenute tre e si appresta a chiederne una quarta.

I CONTI DELLA “SERVA”

Non sappiamo se sia giusto o meno che il liquidatore (o per meglio dire “Super Liquidator” 18di aziende che sommano, giorno dopo giorno, centinaia di migliaia di euro di “buffi”, fino ad arrivare alla faraonica cifra di 25 milioni e 600mila nel solo periodo luglio 2014 – dicembre 2015 (in pratica 1 milione e 600 mila euro al mese, cioè circa 53 mila euro al giorno e quindi circa SEIMILASEICENTO EURO ALL’ORA considerate le sole 8 ore lavorative giornaliere) debba, pure, ricevere dei rimborsi ed/o uno stipendio.
Se poi, questo rimborso, di riffa o di raffa, arriva a superare i 15 mila euro mensili, quindi circa 180 mila euro all’anno, credo che siamo, non ad un paradosso ma alla fantascienza.

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