Nel punto vendita di Civitavecchia, con il benestare dell’azienda, la rappresentante sindacale subisce gravissime pressioni perché ha l’ardire di difendere i diritti.

Usb ha segnalato più volte a Coop come il capo negozio e il caporeparto mettano in atto atteggiamenti vessatori nei confronti della propria rappresentante sindacale. La sua colpa? Avere l’ardire di contraddirli per difendere i diritti, non solo suoi, ma di tutti i colleghi.

La situazione nel punto vendita di Civitavecchia, già preoccupante in condizioni normali, è diventata insostenibile in questo periodo di emergenza sanitaria.

Periodo in cui il rispetto dei diritti dei lavoratori significa la tutela della Salute di tutti.

 I decreti governativi sottolineano molto bene l’importanza del contingentamento in entrata. Nel punto vendita, di fronte ad una massa di persone fra barriera casse ed ingresso, il capo negozio, alle giuste lamentele della rappresentante sindacale, non ha fornito alcuna risposta né ha tentato di risolvere il problema.

Il capo negozio non è interessato, evidentemente, a garantire la distanza minima di un metro prevista per legge né fra i consumatori né fra i lavoratori, tanto che si ostina a far operare fino a tre dipendenti sullo stesso pancale per scaricare e sistemare la merce.

La situazione in atto rende fondamentali i dispositivi di protezione che devono essere forniti in qualità e quantità adeguata a tutti i lavoratori. Invece, anche in questo caso, i dipendenti devono pregare la direzione di farsi dare un paio di guanti aggiuntivi in caso di rottura, mentre la consegna delle mascherine è totalmente fuori norma.

Il capo negozio, con gli stessi guanti con cui aveva appena scaricato la merce, ha consegnato alla nostra rappresentante una mascherina usa e getta, non incartata.

La rappresentante Usb ha denunciato più volte le mancanze gravi su salute e sicurezza fra cui la sanificazione completamente assente che rischia di trasmettere facilmente il virus, che sopravvive a lungo sulle superfici.

Questo il motivo per cui le vengono dati i turni peggiori, fra cui tutte le domeniche lavorative, nonostante non siano previste e viene relegata costantemente in una posizione punitiva e demansionante rispetto al livello di inquadramento.

Pensiamo, solo per fare un esempio, alla postazione di cassa esterna a contatto con quelle self service, dove le persone chiedono continuamente aiuto e assistenza e non essendoci nessuno di supporto, si rivolgono alla cassiera. Una situazione in cui è difficile mantenere la concentrazione fra i propri clienti che pagano la merce e coloro che tentano di farlo autonomamente.

Forse, l’obbiettivo è sperare in un errore della cassiera di cui poi deve risponderne personalmente.

Il capo negozio impone il suo stesso atteggiamento di menefreghismo verso la salute e sicurezza, di cui è responsabile, anche agli altri lavoratori.

Tanto che la rappresentante è stata accusata, di fronte ad un negozio pieno, di essere lei colpevole delle lunghe file presenti in cassa, fra lo sconcerto e i dubbi della clientela.

Viene creato così un clima intimidatorio verso la lavoratrice.

Usb al fianco della lavoratrice e delegata continuerà la battaglia in difesa dei lavoratori e per la libertà sindacale, contro ogni forma di discriminazione.

Civitavecchia – venerdì, 10 aprile 2020

Usb Nazionale

Settore  Commercio

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