“E’ stato pubblicato ieri sul bollettino ufficiale della Regione Lazio il provvedimento che classifica il tratto di specchio acqueo compreso tra la foce del fosso Marangone e Capo Linaro come “ZONA A” per la pesca dei ricci di mare.

E’ un traguardo, se così si può definire un procedimento tecnico – amministrativo di semplicissima esecuzione che però non era mai stato avviato da nessuno, che finalmente permetterà ai ricci di mare del nostro territorio di essere portati sulle tavole dei nostri ristoranti con la dignità di essere una delle poche produzioni alimentari tipiche di Civitavecchia, oltre che conosciuta ed apprezzata in moltissime zone d’Italia.

Va in ogni caso ricordato che i prodotti acquistabili da pescherie e/o ristoranti debbono necessariamente essere stati pescati da pescatori professionali e devono essere muniti di regolare etichetta e documentazione di tracciabilità.

Come delegato alle problematiche del settore ittico del Sindaco Cozzolino vorrei esprimere la mia gratitudine nei confronti dei pescatori professionali che si sono messi a disposizione per fornire, ovviamente a titolo gratuito, i campioni di prodotto al servizio veterinario della ASL. Ringrazio sentitamente quest’ultimo, in particolar modo nelle persone del Dr. Giuseppe Nicolini e del Dr. Enrico Ingle, che hanno approvato con entusiasmo la richiesta di classificazione da parte dei pescatori ed hanno avviato e concluso il procedimento in meno di un anno.

Ora è il momento di pensare ai nuovi obiettivi da raggiungere.

Penso soprattutto ad una regolamentazione definitiva e logica del prelievo della risorsa, in merito alla quale ho già dato alla Capitaneria di Porto tutta la mia disponibilità a collaborare e, soprattutto, alla messa in campo di ulteriori forze per la repressione del prelievo illegale da parte di bracconieri provenienti da altre regioni e, duole dirlo, da parte di nostri concittadini che non comprendono il delicatissimo equilibrio ecologico nel quale vive il riccio di mare.

Ricordo infine che i ricci di mare possono essere prelevati, dai pescatori dilettanti, in numero massimo di 50 e che, ovviamente, questi non possono essere ceduti a terzi a nessun titolo, meno che mai la vendita”.

Lo ha comunicato Massimiliano Sardone,  Delegato alle problematiche del settore ittico.

 

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