“Che si sbandieri ai quattro venti,da parte di partiti e movimenti, l’essere schierati all’unanimità per il SI o per il NO, è difficilmente credibile, e sarebbe interessante, sebbene impossibile, verificare questo dato.Ma ci si chiede che fine abbiano fatto tutti i sostenitori di Bersani che qualche anno fa lo hanno decretato vincitore delle primarie, dato che notoriamente egli all’interno del PD è per il NO; ci si chiede se tutti quelli che soffiano sul fuoco delle paure del giorno dopo il 4 gennaio siano veramente per il NO o intimoriscono gli indecisi allo scopo di privileggiare il SI. Questo Coordinamento decide invece di dare voce ad ambedue le opinioni che sono presenti anche nel nostro Movimento, dato che riteniamo giusto che cambiamenti così radicali debbano essere decisi con libertà di coscienza…….Se dobbiamo considerare in prima battuta le ragioni del NO, al di là di tutti i ragionamenti che scendono nel merito delle due tesi, c’è da osservare quello che è sotto gli occhi e sulla pelle di tutti e chiederci: le riforme che varie leggi hanno sostenuto, riguardo il lavoro, la sanità, la pubblica istruzione, il trasporto, hanno migliorato la vita collettiva? L’abolizione dell’articolo 18, che salvaguardava i lavoratori, la legge Biagi, la legge Dantona, hanno migliorato le condizioni di accessibilità ai posti di lavoro e al reddito di tanti giovani e meno giovani? La risposta è sotto gli occhi di tutti. Premesso questo, se vogliamo scendere nella considerazione del quesito posto agli elettori su una molteplicità di argomenti, pretendendo un si o un no, ci sembra una forzatura,  che data l’importanza del referendum è veramente fuori luogo, e sembra voler far ingoiare la medicina amara, mettendoci un poco di zucchero, il tanto sbandierato risparmio dovuto alla riduzione del Senato. Quindi passiamo pure ad affermare le ragioni sostenute dal NO perchè come si dice ” repetita iuvant”. I pubblicizzati risparmi dovuti alla riforma del Senato, sarebbero stati ben maggiori se in questo fosse stato coinvolto tutto il Parlamento con una proposta di legge così come ultimamente è stato proposto, ma ciò non ha  incontrato particolare entusiasmo da parte dei fautori del SI: quindi tutto si riduce ad un sostanziale svuotamento di poteri del Senato che non si capisce da chi verrà nominato visto che i 74 consiglieri regionali, i 21 sindaci, non saranno eletti a quello scopo, ma in tornate elettorali riguardanti le regioni o i comuni. Quindi gli unici che svolgeranno la sola funzione di senatori saranno i 5 nominati dai Presidente della Repubblica i cui meriti spesso non sono legati ad esperienza politica. Di conseguenza le leggi promulgate saranno principalmente nella volontà del partito che sostiene il governo, il quale tramite il premio di maggioranza alla camera, concesso dalla attuale legge elettorale avrà un notevole peso decisionale. Detto questo non sembra che la democrazia ne abbia un guadagno; ciò procurerà sicuramente una velocizzazione sull’iter delle leggi, ma a vantaggio di chi, visto che quelle che hanno sostenuto le riforme fin’ora, come si è detto, non hanno portato vantaggi, anzi! Ma oltretutto non hanno avuto impedimenti a produrre i loro effetti.In questo referendum viene chiesta l’abolizione de CNEL, Comitato Nazionale Economia e Lavoro, organismo che si dice sia costato alla collettività circa un miliardo, senza aver prodotto cambiamenti e proposte di legge dato che questo era la sua missione, come che nel nostro Paese non ci fosse bisogno di una istituzione che operasse in tal senso, e nessun governo ha avuto interesse che questo organismo operasse,  consentendo uno sperpero di denaro, sembra un miliardo di euro..Per quanto riguarda l’abolizione del titolo quinto della costituzione, dove le competenze di regioni province e comuni garantivano gli interessi delle comunità, con la riforma il governo riprende il controllo completo del territorio e ove prevalgano interessi di tipo nazionali avoca a se la facoltà  di decidere senza fare doverose valutazioni su questioni riguardanti l’ambiente,il lavoro l’immigrazione. cosa che date le nostre passate esperienze quali gli insediamenti energetici, non promette per noi nulla di buono. Detto tutto questo, e considerando che il rapporto di fiducia fra i partiti succedutisi al governo e la base elettorale si è da tempo deteriorato,votare NO diventa soprattutto la logica conseguenza per gli effetti che le passate riforme hanno avuto, comprimendo i diritti e la vita dei cittadini, e ci si chiede : è questa la classe politica che può cambiare la costituzione?……….Dedicato a chi è per il SI”.

Comunicato di Giuseppe Fresi del coordinamento del Polo Civico.

 

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