Interrogarsi sull’amore è interrogarsi sull’uomo e la sua natura. Sì perché l’amore è una prerogativa umana. Al contrario delle pulsioni e delle emozioni che abbiamo in comune con gli altri animali, i sentimenti hanno un sapore tutto umano. Se proviamo ad osservarci più attentamente quando amiamo o odiamo qualcuno o qualcosa, ci accorgiamo subito di quanto la mente giochi una parte predominante. Veniamo inondati di pensieri, immagini, ragionamenti, ricordi tutti legati alle sensazioni fisiche e interiori che stiamo provando. In alcuni casi questa attività mentale aumentata e accelerata può svilupparsi in ossessione, tormento e malattia. Sia nel bene che nel male, quando veniamo attraversati dai sentimenti, la nostra mente disattiva il suo pilota automatico quotidiano e inizia a cercare di risolvere il problema. I sentimenti esulano dalla normale routine quotidiana fatta di impegni sociali, professionali, familiari e affettivi. Le emozioni fanno parte della normalità. Quante volte durante il giorno mandiamo a quel paese uno che guida male o va piano davanti a noi o ci urtiamo perché qualcuno ci è passato avanti in fila alla cassa o ci rallegriamo per aver incontrato un amico che ci ha fatto fare due risate? Le emozioni sia belle che brutte lavorano in automatico insieme ai nostri comportamenti ordinari. Il nostro pilota automatico interno gestisce bene sia i comportamenti che le emozioni quotidiane. Il problema si presenta quando ci innamoriamo o odiamo qualcuno. In questo caso la natura, che fino a questo momento ci ha guidato e gestito brillantemente, non sa più cosa fare e salta, lasciandoci in balia di noi stessi posseduti dai nostri tormenti. Quanto poco siamo formati ai sentimenti! Quando ci accadono andiamo in confusione, ci sentiamo perduti e spaventati e ci ossessioniamo nel tentativo di risolvere questo problema del risveglio nel tentavo di riattivare il prima possibile il nostro pilota automatico ripristinando così l’ordine naturale e tornare a sonnecchiare interiormente. Invece sia l’amore che l’odio sono le vie di fuga da una vita monotona, automatica, ripetitiva e comoda che alla fine dei conti non serve a niente. Non si impara nulla dormendo, non si evolve sognando, non si cresce stando chiusi in una gabbietta confortevole. Le nostre più profonde paure hanno a che fare proprio con noi stessi, con quella parte che ci distingue dagli altri esseri animali, con la nostra coscienza, con la nostra umanità. Quando l’umano si desta andiamo in crisi!

(continua nella prossima edizione)

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