Possiamo provare a capire il nostro funzionamento osservandoci e riflettendo su ciò che facciamo. Sicuramente abbiamo un corpo fisico solido e sensibile con cui possiamo muoverci e scambiare informazioni di tutti i tipi con oggetti, persone e con l’ambiente. Mangiamo, camminiamo, parliamo, cantiamo, lavoriamo e facciamo l’amore. Tutte azioni che implicano una relazione di scambio tra noi e ciò che ci circonda. Questa attività fisica si accompagna a delle reazioni interne di carattere psico-fisiologico che noi chiamiamo emozioni. Il primo mondo che abitiamo è quello fisico attraverso il nostro corpo, il secondo mondo che abitiamo è quello emotivo attraverso ciò che proviamo e sentiamo interiormente a livello di vissuto. Emozioni, passioni e sentimenti sono come un secondo corpo che abbiamo per avere una vita di relazione su questo piano e poter così scambiare informazioni con gli altri e con l’ambiente esterno. Ma noi possediamo sicuramente anche un terzo corpo che ci permette di relazionarci in un altro mondo ancora che possiamo chiamare mentale. Infatti pensiamo, ragioniamo, analizziamo e ricordiamo. Possiamo produrre idee e scambiarle con gli altri o essere influenzati dalle idee degli altri. Questi tre mondi sono collegati l’uno con l’altro, infatti, possiamo pensare qualcosa che ci fa emozionare e quindi realizzarla realmente oppure ci può accadere qualcosa che ci procura una sofferenza e quindi possiamo cambiare idea. I tre sistemi comunicano e si influenzano l’un l’altro ma rimangono sistemi differenti. Una cosa è il nostro comportamento, un’altra cosa sono le nostre emozioni e i nostri sentimenti, altra cosa ancora sono i nostri pensieri. Inoltre, per quanto riguarda la mente essa è strutturata in modo tale da aver più livelli. Possiamo, infatti, distinguere un pensiero concreto, come può essere l’appuntamento dal dentista o il pagare le bollette, da un pensiero astratto come il bene che vogliamo ai nostri figli o il nostro senso di giustizia o la fede, ecc. Ci sono pensieri automatici che si presentano nella nostra mente in maniera ripetitiva, ridondante fino all’ossessione, ma ci sono anche le nostre credenze interiori riguardo qualcosa e le nostre convinzioni e la nostra mentalità in generale. Tutta questa struttura di cui siamo fatti, tutti questi corpi per così dire o funzioni, sono sotto il dominio della nostra Volontà. Se dovessimo fare una metafora essi sono come degli abiti che qualcuno indossa e questo qualcuno si chiama Ego. L’Io o Ego è la Volontà che usa tutti questi corpi per interagire e scambiare informazioni su tutti i piani di esistenza: fisico, emotivo e mentale. L’Ego vuole qualcosa e quindi lo pensa, lo desidera e lo va fisicamente a prendere per nutrirsene. Per contro la realtà fisica o le persone stimolano i nostri sensi che accendono i nostri desideri che ci fanno pensare come ottenere un piacere o evitare un dolore e l’Ego si attiva per soddisfare se stesso. Fin qui il meccanismo ascendente e discendente dai sensi all’Ego e dall’Ego ai sensi fisici è chiaro, come sono chiare le reciproche influenze e gli scambi interno-esterno e esterno-interno. Se così fosse non ci sarebbero problemi perché così stanno le cose e così vuole la natura di cui siamo fatti. Ma l’Ego ha anche una memoria, una coscienza di sé, una sua consapevolezza fondata sull’idea che si è fatto di sé stesso. Questa immagine di sé proviene dalle esperienze che abbiamo vissuto e da come le abbiamo elaborate e dai condizionamenti socio-culturali cui siamo stati sottoposti sin da piccoli. Così qualcuno può sentirsi insicuro o sicuro, fragile o forte, superiore agli altri o inferiore, bello o brutto, all’altezza delle situazioni o no, capace o incapace, ecc. Tutti questi aggettivi sono il frutto del giudizio che ci siamo fatti di noi stessi attraverso l’elaborazione che abbiamo fatto di ciò che ci è accaduto. Sono giudizi e pre-giudizi, comunque idee anche condizionate dai modelli culturali. Quando L’Ego si fa un’idea su di sé tutta l’esperienza e gli scambi che facciamo vengono filtrati e condizionati e, quindi, artefatti e falsati. Il problema è l’Ego quando pensa se stesso e si identifica con il proprio giudizio interiore perché da quel momento in poi non si percepisce più la realtà così com’è ma come la vediamo o la vogliamo vedere noi, e tutto diventa abitudine!

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