La prima chiesa delle Lumiere.

 

I resti della Chiesa dei minatori di La Bianca (Allumiere) furono indagati dall’ associazione Klitsche de la Grange (E. Brunori), su segnalazione del socio Galimberti, nella campagna di scavo del biennio 1984-1985. Scavi successivi seguirono nel 2010-2014 da parte dei Gruppi archeologici d’Italia (F. Vallelonga), sempre autorizzati dalla soprintendenza. Il primo scavo mise in luce l’area perimetrale interna della chiesa che risulta a pianta rettangolare monoabsidata (m. 18 x 8 ), con l’abside a pianta pentagonale. Un muro interno separa il presbiterio con l’altare dalla platea dei fedeli, mentre il pavimento in spicato presenta una pendenza verso l’entrata, forse per ricalcare le pendenze delle chiese medioevali a sinonimo di ascesa purificatrice. La Chiesa, viene oggi indicata come Cappella dei Minatori in riferimento all’usanza, durante i primi appalti dell’allume, di erigere cappelle nelle vicinanze delle cave per espletare ai minatori la funzione liturgica. Tra i reperti trovati sono da menzionare un guelfo di argento fiorentino del 1460 e quattrini senesi del 1511, oltre ciò maioliche arcaiche di tipo alto laziale e viterbese databili dalla seconda metà del XV secolo fino ai primi del XVI. La Chiesa agli inizi del XVI secolo risulta subire una totale espoliazione di tutte le sue suppellettili sacre e ridotta a deposito, i pochi laterizi architettonici ritrovati sono mattoni cordonati con decorazioni vegetali stilizzate che trovano riscontro con le influenze tardogotiche dell’architettura viterbese di fine Quattrocento. Il secondo scavo ha scoperto una cisterna e un muro perimetrale esterno, che si aggancia all’edificio dal lato nord per circa cinquanta metri, si trattava di un perimetro volto a delimitare un’area sacra, adimita a cimitero. Infatti qui sono stati rinvenuti 63 inumati entro fosse terragne, una sepoltura in particolare conteneva 11 ducati d’oro, degno di nota l’Exelente, e due d’argento. Le monete provengono da Spagna, Portogallo, Venezia, Firenze, Roma, Regno di Napoli con date che partono dal 1478 fino al 1504. Il sacerdote Mignanti, intorno al 1860, menziona questa cappella, di cui non restava traccia, proprio sul prato di La Bianca, affermando che fu voluta da Agostino Chigi, ma si basa su fonti popolari, in realtà i
risultati archeologici dimostrano che la Chiesa fu eretta durante il primo appalto dell’allume di Giovanni da Castro (1461-1479) con soci i Medici di Firenze dal 1466. Infatti a La Bianca furono le prime cave e fu quindi necessario un edificio liturgico per i minatori, mentre è probabile che proprio con l’appalto del Chigi (1500-1520), si ebbe l’espoliazione della Chiesa in quanto fu sostituita, dal nuovo appaltatore, con la costruzione del Santuario di Santa Maria della Sughera, terminato nel 1522. La Chiesa dei Minatori fu perciò il primo edificio di culto per i lavoranti delle cave di allume, un importante luogo storico che andrebbe valorizzato tramite una musealizzazione.

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