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Perché la solitudine fa così paura? Tante persone se ne lamentano anche se vivono in famiglia, hanno degli amici e lavorano in una grande azienda. La solitudine fa così paura e procura dolore che tante persone la usano per ferire gli altri. Se volete fare del male a qualcuno potete escluderlo dal gruppo, non invitarlo ad una cena o ad una festa o, semplicemente, non rivolgendogli la parola o dandogli le spalle. Questi comportamenti procureranno nel malcapitato un profondo e frustrante senso di esclusione e una angoscia profonda di rimanere solo. In carcere la punizione più pesante è la cella di isolamento. La solitudine è un mostro che spaventa le persone. Ma perché? In primo luogo troviamo l’istinto di sopravvivenza. L’uomo da solo sa di non poter sopravvivere a lungo, siamo tutti interdipendenti gli uni dagli altri per la questione sopravvivenza, ma non è tutto qui. Infatti, oggi che siamo tutti inseriti in famiglie, quartieri, città e nazioni, e pertanto non siamo apolidi, e trascorriamo la nostra vita tra scuole, aziende, istituzioni, ecc. il problema sopravvivenza è da escludersi. Quindi dietro la solitudine si nasconde qualcosa di più profondo. Risolto il problema della vita e del sostentamento biologico emergono nell’uomo bisogni più affettivi e psicologici. Abbiamo tutti un profondo bisogno di realizzazione e riconoscimento, di affetto e di amore. Per avere la percezione di vivere una vita soddisfacente e dotata di significato e senso abbiamo bisogno degli altri che ci riconoscano, che ci facciano sentire importanti, che esprimano la necessità del nostro aiuto e di noi, che ci amino e da poter a nostra volta amare. Abbiamo bisogno di poter contare su qualcuno che sia presente e disponibile, che ci conosca e ri-conosca dandoci così la certezza di esistere e di avere valore. Ma anche questo non basta, perché a sentirsi soli sono insegnanti, militari, medici, impiegati, imprenditori, professionisti sposati con figli che hanno fratelli e spesso ancora tutti e due i genitori. Tutte queste persone sono cercate, desiderate, anche amate, eppure, quando vengono a studio da me, dichiarano di sentirsi dannatamente soli e soffrono molto per questo. Cosa c’è dietro la solitudine? A mio parere c’è il volto dell’abisso, l’eco del vuoto del nostro Ego, questo perfetto sconosciuto che ci abita dentro, quest’ombra che ci segue ovunque, il nostro fantasma.

(continua nella prossima edizione)

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