Il primo cittadino critica la decisione di Enel, tra l’altro arrivata senza alcuna pianificazione con il territorio. Diversi gli aspetti critici evidenziati, da quelli ambientali a quelli occupazionali

CIVITAVECCHIA – Si dice perplesso il sindaco Antonio Cozzolino all’indomani della domanda presentata da Enel per riconvertire la centrale di Torrevaldaliga Nord a gas. Innanzitutto per le modalità con le quali si è arrivati a questa proposta. “Siamo di fronte ad un’azione che non ha alcun fondamento pianificatorio – ha infatti spiegato – che non sistema la situazione ambientale, che non risolve i problemi lavorativi diretti e di indotto e men che meno quelli di un tessuto economico ed imprenditoriale che avrebbe bisogno di altri interventi. Che fine ha fatto la formazione? Che fine hanno fatto gli investimenti nelle rinnovabili sia come produzione che come industria? Abbiamo dato molto per non dire troppo. Meritiamo tutt’altro tipo di interlocuzione”.

Il primo cittadino ha poi affrontato gli altri aspetti, legati anche alle dichiarazioni del mondo politico locale. “Chi pensa di risolvere i problemi del tessuto lavorativo ed economico si sbaglia di grosso – ha infatti aggiunto – dopo l’iniziale euforia data dalle operazioni di riconversione (magari in parte affidate alle improvvisamente neonate aziende di qualche politico locale o parente di quest’ultimo) rimarranno qualche decina di posti di lavoro e niente più. Chi invece pensa di risolvere i problemi ambientali deve sapere che il gas inquina eccome, e soprattutto continuare ad utilizzare fonti fossili per la produzione di energia elettrica non ottempera alle indicazioni impartite dagli ultimi studi epidemiologici che hanno evidenziato una situazione preoccupante in città e, quindi, vivamente consigliato di spegnere le fonti inquinanti e non di sostituirle con altre. Infine va evidenziato che, come per la dichiarazione degli esuberi, anche questa richiesta di riconversione non fa parte di una pianificazione strategica strutturata né dal punto di vista ambientale né dal punto di vista lavorativo diretto e indotto che deve assolutamente essere condiviso con tutti i soggetti del territorio coinvolti”.

Ultima questione è quella legata al processo in corso. “Non vorremmo – ha infatti concluso Cozzolino – che questa nuova istanza bloccasse il processo di rinnovo dell’AIA per il quale abbiamo auspicato il ritorno, anche fosse per solo 5 anni, alle quantità di carbone bruciate dell’Aia pre-Tidei: 900.000 tonnellate di carbone in meno”.

Fonte Civonline

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