Ieri durante una riunione organizzata su Zoom, alla quale hanno preso parte Istituzioni, Partiti e forze civiche di Civitavecchia e Città limitrofe, oltre a rappresentanti Regionali, è nato un tavolo permanente per dire no alle centrali a gas.

Chi l’ha sottoscritto. Il documento è stato firmato da Ernesto Tedesco, dall’assessore Brunella Franceschini, in rappresentanza di Allumiere, dal Sindaco di Tolfa Landi, dal PD, dal M5S, Città Futura e Comitato SOLE, Lega, Fratelli d’Italia, Onda Popolare, Rifondazione Comunista, i consiglieri regionali del territorio De Paolis, Porrello e Minnucci, Cgil e Uil, Alessio Gismondi per il CNA, Forum Ambientalista, Civitavecchia C’è e l’associazione Mi Rifiuto. E ancora, il gruppo che ha raccolto le firme composto dagli ex sindaci Barbaranelli e Saladini e dal dottor Ghirga, il presidente dell’ordine degli avvocati Mastrandrea, Tullio Nunzi e i ragazzi di Friday For Future.

Il contenuto. “In coerenza con i contenuti della risoluzione numero 130 del consiglio comunale di Civitavecchia del 24 ottobre 2019, nella quale si conferma la netta contrarietà alla costruzione di nuovi impianti alimentati a gas o altri combustibili fossili a Civitavecchia, nasce oggi un tavolo permanente di confronto democratico, in grado di delineare un percorso alternativo e formulare proposte concrete, in piena sintonia con le linee guida dell’Europa e con le esigenze di sviluppo e tutela della popolazione e del suo comune sentire. Tutte le determinazioni assunte fin da ora verranno portate alle istanze superiori, a partire dalla Regione Lazio dove è in discussione il Piano energetico regionale, affinché siano riconosciute a tutti i livelli istituzionali la volontà e le ragioni della nostra comunità. Il nuovo corso dell’Unione Europea ha inserito fra le sue priorità il tema della lotta ai cambiamenti climatici e fra le linee di azione principali la completa transizione verso le energie alternative e filiere produttive collegate, investendo per questa strategia importanti risorse economiche. Per il nostro territorio questo rappresenta un’opportunità storica, perché apre alla possibilità di affrancarsi da un passato caratterizzato da servitù altamente inquinanti e consente di gettare le basi per un diverso modello di sviluppo condiviso, basato sulla rigenerazione ambientale e su nuova e buona occupazione”.

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