La “Buca di Nerone” si trova in località “La Mattonara”, nel comune di Civitavecchia, dietro la fabbrica Molinari e prima della guerra era adibita a zona militare. Prende il suo nome da una tradizione popolare del secondo
dopoguerra, secondo la quale l’imperatore romano Nerone, durante un viaggio lungo il litorale civitavecchiese, vi si fermò per fare un bagno. La prima persona che ne fece uno studio fu nel 1939 Salvatore Bastianelli, che ne individuò i tratti sotto una presenza abitativa  del Neolitico. Nel 1954 seguì lo scavo di Fernando Barbaranelli e
nel 1962 quello di Odoardo Toti, i cui risultati posero in evidenza l’aspetto Villanoviano e Protovillanoviano
della località. La “Buca” è una cavità circolare (diametro 7,5 m ) scavata entro una roccia sedimentaria
del tipo “Panchina” o “Macco Tarquiniese”, ricca di conchiglie fossili e localmente detta “Scaglia”.
Adiacenti alla “Buca di Nerone” sono due tombe, ugualmente scavate nella roccia, aventi forma rettangolare (1.7 m x 0.7 m ) e profonde circa 80 cm. Queste sono dotate di quattro scalini e una nicchia laterale dove, probabilmente,
era posta l’urna cineraria, mentre anticamente un tumulo di terra e pietrisco le doveva ricoprire interamente. Nelle
vicinanze Bastianelli individuò una terza sepoltura a inumazione, del tipo a cassettone, con il defunto deposto
accovacciato, per tali elementi tutti gli studiosi del passato hanno datato le sepolture alla prima età del ferro, IX-VIII
sec. a.C. e attinenti la Cultura Villanoviana, mentre la “Buca” fu interpretata come il fondo di una capanna
del Neolitico o del suddetto Villanoviastudiosi, partendo da G. Schmidt, invece ipotizza che la “Buca di Nerone”
possa essere una peschiera del I sec. a.C. connessa alla vicina villa di epoca romana. Certamente possiamo
dire che in questa località, oggi frequentata e amata da tanti bagnanti, c’era un villaggio Villanoviano,
dedito alla pesca e alla produzione del sale, che l’innalzamento del livello marino, accaduto attraverso i secoli, ha
oggi sommerso. Lo testimoniano infatti i fondi sommersi di una capanna a base ellittica (dimensioni
11 m x 4 m ) sulla riva della “Mattonara” e una circolare in località “La Frasca”.
Glauco Stracci – SSC

 

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