CIVITAVECCHIA – Mattinata di protesta alla Frasca contro la decisione di dare seguito all’ordinanza dell’Autorità di sistema portuale, procedendo all’interdizione dello scalo di alaggio. L’unico scivolo pubblico del litorale non è più utilizzabile dai pescasportivi. E soprattutto non ci sono alternative al momento. E così questa mattina è stata organizzata una manifestazione proprio sul posto, alla quale hanno partecipato numerosi civitavecchiesi, sostenuti da diversi esponenti politici.

«Chiediamo solo due cose – ha spiegato il portavoce Emanuele Dell’Anno – uno scivolo che sia pubblico, anche per chi non può permettersi un posto barca in qualche porticciolo, e la possibilità di poter mettere in mare le nostre barche, senza alcun impatto ambientale. Ci sembra strano che sa Sperlonga a Pescia Romana l’unico presunto abuso sulla costa sia questo scalo». Poco importa, per i pescasportivi, se venga lasciato lì, venga spostato di pochi o di diversi metri: l’importante è avere a disposizione una struttura pubblica, disponibile per chi ha una barca da diporto e chi vuole andare a pescare.

«Nel frattempo – ha aggiunto – ci siamo confrontati con l’ufficio Demanio dell’Authority e stiamo cercando di ricostruire, anche attraverso delle testimonianze scritte da depositare, da quanto tempo lo scalo è presente sulla costa, ossia da più di 70 anni».In sostanza dalle carte in possesso, qualcosa non torna. Non ci sarebbe nè la presenza dello scivolo, ma neanche quella delle casette il che fa pensare che non siano particolareggiate. «Una volta ricostruito questo aspetto – ha aggiunto Dell’Anno – l’Adsp potrebbe convocare una conferenza dei servizi per arrivare a “legalizzare” la presenza dello scivolo pubblico. Noi intanto presenteremo nuovamente il progetto, secondo le norme, con l’unico obiettivo di salvare quest’area e farla rimanere fruibili da tutti i cittadini».

Civonline

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