Pagate scelte sbagliate, tanti i problemi occupazionali sul tavolo del neo presidente Di Majo.
Il porto dei miracoli, così veniva chiamato qualche tempo fa lo scalo civitavecchiese per annunciare i progressi raggiunti sotto la guida dell’ex presidente e poi commissario Monti. Eppure di questi miracoli, a parte dei soliti fortunati baciati dai Rup, avevamo sempre diffidato da buoni uomini di mare, abituati a fare i conti veri sui dati e non sulle invenzioni di questo o quell’altro cronista compiacente. Dati che registravano cali importanti nella movimentazione delle merci ma anche in quel fiore all’occhiello rappresentato dal traffico croceristico. E puntualmente il bluff si è trasformato in una triste realtà per l’occupazione locale. Dopo gli annunciati licenziamenti nel settore gruistico, ecco quelli legati al trasporto dei croceristi all’interno del porto, con 20 posti di lavoro pronti a saltare a Royal Bus. I nodi, come si dice, stanno arrivando tutti al pettine con una gestione di Molo Vespucci disastrosa e le cui conseguenze si stanno pagando proprio in questi mesi, dove le colpe sono anche dei sindacati (non tutti ovviamente) che spesso hanno girato la testa di fronte a scelte che, nel corso degli anni, sarebbero state pagate a caro prezzo dai lavoratori. Insomma il nuovo presidente dell’Autorità portuale Di Majo avrà il suo bel lavoro da fare, anche nel risolvere queste vertenze occupazionali: il porto ormai è al collasso, anche se qualcuno non se ne ancora accorto.

 

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