Per quanto riguarda l’avviso pubblicato sul portale del Ministero dell’Ambiente, riguardo le valutazioni ambientali circa la piscicoltura, interviene l’assessore Alessandro Manuedda.

“Si tratta di un progetto, per così dire, doppio – dichiara l’Assessore all’Ambiente, Alessandro Manuedda. Da un lato c’è l’iniziativa imprenditoriale della Società Civita Ittica s.r.l che intenderebbe incrementare la produzione della propria attività di allevamento attraverso la realizzazione di un sistema di gabbie galleggianti nel tratto di mare a largo della centrale di Torrevaldaliga Nord. Una proposta – precisa Manuedda – che dovrà essere attentamente valutata dal Ministero e dalla Regione in relazione all’impatto ambientale e sociale, anche in considerazione della vicinanza al Sito di Interesse Comunitario per la presenza della Posidonia Oceanica e dato che, come espressamente previsto dal Codice dell’Ambiente, la valutazione ambientale di un progetto deve assicurare che esso sia compatibile anche con un’equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attività economica. L’altro aspetto del progetto – continua Manuedda – riguarda l’ottemperanza dell’antica prescrizione, risalente al 2003, relativa alla riconversione a carbone di TVN, che prevedeva la  riduzione  del  carico  di  nutrienti proveniente  dall’impianto di pescicoltura esistente nell’area di centrale. Dopo un decennio nel quale la prescrizione è rimasta non ottemperata, nel 2014 il Ministero dell’Ambiente stabilì  che l’impianto avrebbe dovuto dotarsi di un depuratore, decisione sulla quale, come Amministrazione Comunale, abbiamo espresso ovviamente parere favorevole. Attraverso il nuovo progetto depositato si vorrebbe cambiare, ancora una volta, la decisione del Ministero e, attraverso una riduzione del 50% della produzione ittica a terra, considerare ottemperata la prescrizione originaria. Nelle prossime settimane – conclude Manuedda – presenteremo le nostre osservazioni, ma posso anticipare che, per quanto riguarda la prescrizione a carico di Enel, a nostro avviso la riduzione del 50% della produzione non può essere considerata idonea a garantire il rispetto della prescrizione. La prosecuzione delle attività di allevamento ittico nell’impianto a terra non potrà prescindere dalla depurazione degli scarichi”.

 

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