CIVITAVECCHIA – “Le parole pronunciate da Emanuela Mari nella recente trasmissione autogestita presso TRC ci lasciano allarmati per il futuro di centinaia di lavoratori della centrale e del porto di Civitavecchia. La transizione energetica e lavorativa dal carbone entro il 2025 richiede ingenti finanziamenti da parte del governo e della regione per implementare progetti cruciali.
Come da lei ricordato nell’intervista, ha passato l’ultima campagna elettorale a raccontare che aiutandola a far vincere la sua coalizione alle regionali avrebbe chiuso la filiera comune-regione-governo tutta di destra, cosa che avrebbe portato finanziamenti nel territorio di Civitavecchia. Di questi soldi per ora non si vede nemmeno l’ombra. Aggiunge anche che nessuno è riuscito a convincere Enel a presentare progetti validi come alternativa al carbone. Ciò solleva la domanda su chi dovrebbe farlo se non coloro che detengono la maggioranza nelle istituzioni che influenzano la città e il Paese.
Il governo di Giorgia Meloni è il primo dei colpevoli: nel recente decreto sulla sicurezza energetica, Civitavecchia è stata esclusa dai siti destinati alla produzione delle componenti dell’eolico off-shore, un progetto che potrebbe generare centinaia di posti di lavoro. Emanuela Mari, in una trasmissione dedicata al post carbone non ha neanche nominato l’eolico off-shore, forse imbarazzata dal tradimento del governo Fratelli D’Italia su questo fronte.
Per quanto riguarda la regione Lazio, dove Mari siede tra i banchi della maggioranza, il presidente Rocca ha annunciato un fondo storico di 1,2 miliardi di euro da parte del governo. Tuttavia, sembra che Civitavecchia non vedrà alcun beneficio da questa considerevole somma di denaro.
La filiera comune-regione-governo, su cui Mari ha costruito il suo consenso elettorale, sta fallendo sotto gli attacchi della stessa consigliera regionale, coinvolta in litigi interni alla destra civitavecchiese.
Mari critica la proposta del sindaco Tedesco e della consigliera Attig, definendo tecnicamente e legalmente impossibile l’istituzione dell’area di crisi complessa, mettendo in discussione l’efficacia del suo sindaco. Inoltre, ritiene che il documento presentato dall’assessore Serpa di Fratelli D’Italia, in collaborazione con le parti sociali cittadine, sia carente di proposte concrete.
Ciò che suscita perplessità è il finanziamento di una trasmissione autogestita che getta discredito sulla stessa maggioranza comunale, tradendo la collaborazione tra amministrazione, sindacati e imprese. Tra le parole confuse di Emanuela Mari dobbiamo dedurre che da Roma, dove ha preso la maggior parte dei suoi voti, la invitano a smorzare le richieste cittadine dove non deve arrivare un euro?
La filiera istituzionale composta da Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia al momento è un ostacolo per la nostra città. Civitavecchia non merita tali personaggi a guidare un periodo così delicato per il suo futuro lavorativo e ambientale. Servono competenze e serietà che la destra al comune, alla regione ed al governo non stanno dimostrando. Alle prossime elezioni amministrative possiamo fare in modo che almeno il comune cambi colore politico per pretendere da regione e governo ciò che serve per il nostro avvenire”.
Movimento 5 Stelle Civitavecchia
Unione Popolare Civitavecchia

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