L’incontro avvenuto al Ministero dello Sviluppo economico per affrontare il “phase out” dal carbone della centrale di Torre Valdaliga nord ha registrato una unanimità di vedute e la compattezza del territorio (Comune, Autorità Portuale, sindacati e associazioni di categoria), la direzione verso la quale si deve andare è chiara: mantenimento dei livelli occupazionali nell’immediato (anche e soprattutto dell’indotto), tutela dell’imprenditoria locale e per il futuro, partendo dai 20 milioni di euro di investimenti che riteniamo comunque una base minima ed insufficiente, la produzione di energie rinnovabili e di dispositivi connessi.
Insieme al Vicesindaco Massimiliano Grasso abbiamo ribadito l’espressione unanime di contrarietà del Consiglio comunale alla ipotesi di realizzazione degli impianti a gas richiesti da Enel. Abbiamo poi abbiamo evidenziato un quadro di profonda crisi del nostro territorio e avanzato delle proposte. La formula del “contratto d’area” è senz’altro uno strumento che occorre valutare attentamente, verificando anche di attivare una procedura per la definizione di area di crisi, anche in deroga. Civitavecchia non può essere abbandonata a se stessa. Voglio però in particolare tener fede alle parole del sottosegretario allo Sviluppo economico Alessandra Todde, che ha riconosciuto il tributo di Civitavecchia alla nazione per i 70 anni di produzione energetica, perché rappresenta la base logica e di giustizia dalla quale partire.
Fa piacere che gli interventi di sindacati, parti datoriali ed altri enti del territorio si siano sostanzialmente allineati sulle posizioni espresse da noi: abbiamo parlato la stessa lingua, ci aspettiamo pertanto di essere ascoltati. L’auspicio è che si possa presto passare alla fase operativa.

Così il Sindaco Ernesto Tedesco su un post Facebook

 

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