La farmacia comunale a Boccelle amplia i suoi spazi, ma restano sempre i dubbi sull’opportunità di un’operazione fondata sul precedente fallimento. E i fornitori?

 

Una farmacia che riapre è un buon segnale, perché presidio di sanità e di prevenzione. Se però tra gli scaffali tirati a lucido fa capolino il sospetto di una concorrenza sleale, allora l’ombra che si proietta è particolarmente sinistra, proprio perché “macchia” un settore delicato ed una attività non semplicemente commerciale, ma che ha a che fare con la salute delle persone.

Per questo stupisce la grande spavalderia con cui è stata riaperta la farmacia comunale di Boccelle, gestita dalla società partecipata Civitavecchia Servizi Pubblici.

Nel punto vendita saranno anche svolte alcune attività, principalmente di telemedicina, in una stanza che è stata ricavata dai lavori di riqualificazione, resi possibili dalla acquisizione di un locale attiguo, all’interno del centro commerciale. Tutto ciò però fa a cazzotti con la circostanza che, appena qualche anno fa, le partecipate del Comune (e con esse anche le farmacie) finirono in amministrazione controllata, con grave danno cagionato ai creditori, ivi compresi proprio i fornitori di medicinali.

Attualmente tutta quella partita si trova in capo alla Sot Ippocrate (/ che risultava ancora qualche mese fa in liquidazione) e CSP intanto, come se niente fosse, apre in pompa magna una farmacia con spazi raddoppiati, mentre ancora non è dato sapere quanto è costato “l’affare” della stazione.

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