Materne ed elementari sono pronte, ma alcuni licei non sono stati in grado nemmeno di far partire le lezioni di recupero.

La lunga estate calda è alle spalle (o quasi) e davanti ci si pone l’autunno.

Che però rischia di essere caldo non poco e lungo ancor di più, parlando in senso lato. L’eredità del lockdown del coronavirus è d’altronde pesante e molti osservatori sono concordi nel dire che farà sentire i suoi malefici effetti proprio nelle prossime settimane. Nel dramma, molte famiglie potrebbero inoltre essere costrette a vivere un dramma in più ed è quello legato alla vita scolastica dei propri figli. La realtà angosciante delle lezioni on line fa a gara con quella altrettanto o forse più inquietante dei banchi con le rotelle, delle mascherine obbligatorie, delle autocertificazioni oppure, peggio ancora, di istituti che rischiano di farsi trovare completamente impreparati all’appuntamento del 14 settembre.

Va detto che il Comune ha cercato per quanto possibile di pianificare la ripartenza.

E l’arrivo di monobanchi (senza rotelle) con largo anticipo rispetto al primo squillo della campanella rappresenta un segnale positivo per le scuole materne ed elementari, molte delle quali sono state oggetto di lavori per ampliare le aule. Qualche disagio pare che ci sarà, con il trasferimento di alcuni alunni dalla Frascatana. Ma la campanella… d’allarme è suonata invece in alcuni licei cittadini, che non sono stati in grado nemmeno di far partire almeno i corsi di recupero.

Insomma, sono stati incapaci di far entrare una percentuale minima degli studenti (cioè quelli “rimandati”): come potranno svolgere regolare attività didattica quando gli studenti saranno tutti? La Città Metropolitana, competente per gli istituti di istruzione secondaria (cioè per le superiori), ha mica qualcosa da dire in proposito?

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