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Dispiace che la ventata di novità che la presenza della Lega al governo nazionale sta portando anche nel settore della portualità sia stata malintesa così tanto da Enrico Luciani. Per questo ci corre l’obbligo però di evitare che sia la strumentalizzazione a prevalere sulla realtà dei fatti.

Al tavolo convocato con il ministro Toninelli per fare il punto della situazione dopo la lettera della Commissione Ue, il viceministro Rixi ha chiaramente ribadito, fin dall’apertura del suo intervento, la compattezza del governo sulla convinzione che i porti italiani debbano rimanere tutti di controllo pubblico. I verbali parlano chiaro, Luciani può pertanto mettere da parte velocemente le sue ansie: basta che si documenti.

Il dibattito sulla governance delle autorità, che è in piedi da mesi, si sta invece concentrando sulla possibilità di creare Spa rigorosamente a gestione pubblica, come del resto già esistono in altri settori. Non solo, però: c’è un aspetto della proposta del nostro viceministro Rixi che non dovrebbe essere sfuggito a un esperto del settore come il presidente Luciani. La presenza della Lega al governo sta infatti finalmente ponendo il tema di potenziare il coinvolgimento degli enti locali nella gestione delle autorità portuali, perché i porti italiani sono tutti all’interno delle città ed è pertanto errato ritenerli entità distinte dai territori. Per caso, Luciani ha sentito negli anni passati a Civitavecchia parlare del danno che la mancata sinergia tra porto e territorio ha causato alla città? Peraltro, la proposta sul tavolo del viceministro Rixi sarebbe anche l’occasione per correggere un’altra stortura evidente, vincolando la rappresentanza degli enti locali al mandato politico, evitando che a rappresentare un Comune nel Comitato portuale sia un ex sindaco che ha perso le elezioni, come da qualche parte sta avvenendo…

Lo snellimento burocratico inoltre non è una scusa, tanto meno patetica, ma un’esigenza chiara di tutto il sistema portuale: e di nuovo è davvero strano che un operatore portuale come Luciani non si sia accorto di quante difficoltà si incontrino ad esempio per il regolamento dei dragaggi, o per la selva di competenze in opere marittime (che arrivano fino al coinvolgimento di sette o otto ministeri), o della difficoltà di assumere le figure professionali, necessarie anche a fronte di bilanci che lo consentirebbero.

A tutto questo quadro, che gode di grande attenzione da parte della Lega quale forza di governo, si aggiunge anche la innegabile sensibilità, unanimemente riconosciuta, del viceministro Rixi nei confronti delle imprese portuali, tutelate ad esempio con il decreto Genova attraverso lo sblocco di risorse per milioni di euro, che hanno sostenuto e stanno sostenendo in questo difficile momento la Compagnia Unica del Porto di Genova. Anche in questo caso, Luciani potrebbe agevolmente documentarsi.

Lega con Salvini – Civitavecchia

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