CIVITAVECCHIA – Arriva il Natale, che in ogni città, paese, borgo d’Italia viene annunciato da riti popolari la cui memoria si perde nella notte dei tempi. Proprio per donare a tutti i civitavecchiesi una serata di festa popolare da vivere in letizia, il sindaco Ernesto Tedesco ha scritto alla Confcommercio Civitavecchia per chiederne la collaborazione «al fine di sensibilizzare gli esercenti cittadini, con particolare riferimento a quelli che effettuano attività di intrattenimento musicale affinché tengano in debita considerazione il passaggio dei vari gruppi tradizionali, riducendo e, ove possibile, interrompendo la diffusione della musica per consentire le esibizioni».

«Le Pastorelle sono una gioia per tutti, dai bambini ai più anziani, una tradizione che ci lega agli affetti più cari» ha dichiarato il sindaco, «e spero che tutti collaborino per rendere la sera del 23 magnifica come sempre».

Dai presepi viventi a quelli di sabbia, dalle strìne calabresi al lancio delle “cidulas” infuocate nella Carnia. Ogni angolo della Penisola annuncia il Natale a modo suo, ma tutti i rituali, da sempre, vengono accompagnati dai canti pastorali che risuonano “tra le antiche pietre”. A Civitavecchia sono le Pastorelle, i cori organizzati o improvvisati che attraversano la città nella notte tra il 23 e il 24 dicembre, a scaldare i cuori e riportare in vita lo spirito natalizio come facevano i nostri nonni, e i nonni dei loro nonni. La Notte delle Pastorelle “è” il Natale civitavecchiese e solo i bombardamenti del 1943 riuscirono a interrompere la tradizione, che riprese dopo la guerra per non interrompersi più.

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