cantiere largo della pace

Mentre il presidente Di Majo se la spassa in Austria sulle piste da sci a Molo Vespucci regna il caos più totale. Inchieste e indagini su più fronti e il suo fedele “influenzatore seriale” Ivan Magrì sorpreso a distribuire “santini” elettorali del candidato De Paolis della Lista Zingaretti al bar del Molo 24.

Iniziamo dal fatto più grave ed eclatante. La Guardia Forestale dei Carabinieri ha aperto un’indagine sui lavori di sistemazione di Largo della Pace. Chiamati a sommarie informazioni il dirigente del porto Maurizio Marini e il presidente dell’Agraria di Civitavecchia Daniele De Paolis.

Cosa è successo?

Semplice. L’autorità di sistema portuale (ecc. ecc.) non ha onorato il pagamento degli usi civici all’Università Agraria e quindi, i lavori, si stanno svolgendo in modo del tutto irregolare. Non solo!

A quanto emerge, il maresciallo dei forestali-carabinieri Salvatore Verzilli, che sta conducendo le indagini, avrebbe già ascoltato a sommarie informazioni alcuni dei protagonisti di una vicenda che avrà il suo culmine, nei prossimi giorni, quando la Procura della Repubblica di Civitavecchia sarà notiziata dei reati commessi e si vedrà costretta ad apporre i sigilli al cantiere.

Perché… vi domanderete voi?

Semplice! Il terreno dove è insito il parcheggio adibito ad area accoglienza dei turisti, Largo della Pace, oggi oggetto di lavori di adeguamento, era ed è gravato da usi civici.

Lo stesso presidente dell’ente, Daniele De Paolis, raggiunto telefonicamente da noi ci conferma: “E’ vero, sono stato chiamato dai carabinieri ed ho risposto alle domande. Ad oggi, l’Autorità Portuale, pur avendo iniziato l’istruttoria, non ha pagato gli usi civici che svincolerebbero l’area. Per quello che ci riguarda non potevano fare alcun tipo di intervento“.

Come, un avvocato sciatore del calibro dell’avvocato Di Majo (ammesso che lo sia diventato studiando davvero), che sfrutta amicizie importanti del padre tra avvocati e magistrati, non ha capito in che guaio si stava ficcando e ha dato il via libera a questi lavori assegnati a sorteggio?

Sembrerebbe proprio di sì.

Anche il dirigente di Molo Vespucci, Maurizio Marini, anch’esso ascoltato a sommarie informazioni dal Corpo Forestale dei Carabinieri, avrebbe confermato i fatti. Anzi! Avrebbe aggravato la posizione del presidente Di Majo scaricando su di esso ogni responsabilità decisionale.

Infatti, dal suo racconto, sembrerebbe che il presidente Di Majo, avrebbe fatto convocare una conferenza dei servizi “politica” e non tecnica. Cosa espressamente “castigata” in mancanza di un supporto degli uffici tecnici. Ma lui, il presidente Di Majo, mentre varie situazioni stanno precipitando, con una splendida tutina attillata in livrea rosa, continua a sciare in Austria fregandosene anche di altre conferenze dei servizi convocate, ad esempio, per il Porto Storico.

Ricapitolando. I lavori a Largo della Pace sono “contra legem” anche perché, ancor che avessero pagato i problematici e capsiosi usi civici all’agraria del De Paolis, avrebbero dovuto richiedere un’autorizzazione paesaggistica al Comune come fanno tutti gli altri.

Su questo c’è qualche contenzioso su chi e come deve rilasciare la paesaggistica ma, la legge 168 del 2017, doveva aver schiarito bene le idee a tutti, a cominciare proprio da Maurizio Marini che, invece, ha scaricato tutte le responsabilità su altri.

Tutto questo, ripetiamo, avviene mentre il presidente, invece si stare sul “pezzo” (come si dice in gergo dalle nostre parti) lascia Molo Vespucci in balia del suo braccio destro, Ivan Magrì che, tra un traffico d’influenze sullo scafo Privilege e l’altro, lo abbiamo ”pizzicato” a distribuire i santini di un candidato alla Regione Lazio, per la precisione De Paolis ma non Daniele quello dell’Agraria ma bensì Gino.

Ormai Francesco Maria Di Majo è diventato una vera e propria barzelletta in tutta Italia per le sue “comparsate”.

Faranno a gara per cacciarlo da Molo Vespucci ad iniziare da chi lo ha tenuto a battesimo e cioè il senatore Bruno Astorre.

Prima di andarsene per l’ennesima volta in settimana bianca a Kitzbuhel, dove pare si cimenti nella famosissima pista Streif dove vincono solo i migliori non ha perso l’occasione per rimanere coinvolto in polemiche politiche per la sua presenza a feste politiche mascherate da finti compleanni e comparsate annunciate con tanto di manifesti a sostegno di candidati vicino a Nicola Zingaretti.

Un presidente che prende carta e penna e scrive a direttori di importanti network di settore e che, per tutto risposta, riceve stracci imbevuti di pece (tanto per far capire i toni delle risposte).

Una gara a chi lo caccia prima mentre tenta di far mettere sotto inchiesta chissà per quale reato o “fuga di notizie” suoi dirigenti che hanno la sola colpa di essere stati amici dei suoi predecessori.

Vi mostriamo il video del nostro tentativo di intervista ad Ivan Magrì.

Avremmo voluto chiedergli chi sono quei magistrati di Civitavecchia che lui dice di avere a libro paga (tra un bicchiere e l’altro, parlando della “sua “Patrizia” e della nuova fiamma segret〈aria〉 del “pres” ex di un pezzo grosso dei Ros, troppo spesso si lascia andare in vino veritas e rischia di combinare dei casini anche in famiglia, ndr) e, soprattutto, come fa ad avere un permesso dell’Autorità Portuale per l’ingresso al porto senza essere fermato con un numero di targa diverso dall’auto che guida (bellissima Volvo presa a noleggio).

Non ci credete?

Divertitevi a fare il fermo immagine del nostro tentativo di intervista.

Questo signore, specializzatissimo in traffico di influenze (che è reato, ndr), è diventato consulente e presidente di società che con l’Autorità Portuale hanno dei chiari rapporti di lavoro. Lui, per conto del presidente , che lo delega, presiede a tavoli dove la sua presenza, non dovrebbe neanche essere considerata di passaggio ed invece, dirige l’orchestra.

Lui, il presidente avvocato?

Scia in Austria ovviamente.

(Fonte e Foto: www.etrurianews.it)

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