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L’albero decantato anche nel primo verso delle Bucoliche in Virgilio.
Quando nell’era terziaria si è verificato il raffreddamento del clima e lo sviluppo dell’umidità, sono comparsi i faggi.
Presenti soltanto nell’emisfero boreale settentrionale, preferiscono le regioni fresco-temperate dove vi è pioggia e nebbia.
Sulle montagne crescono con le conifere e a volte si espandono fino a maggiori altitudini, formando boschetti tormentati dal vento.
Questi grandi alberi estendono i loro rami e col fogliame formano cupole fitte.
In effetti sotto a un faggio si possono vedere i colori della vegetazione soltanto a primavera, quando l’asperula, l’epatica e la primula fioriscono, ma muoiono ben presto per la mancanza di luce; per il resto dell’anno rimane solo verde, che si allunga in cerca di sole. L’ombra dei faggi è rinfrescante, come si legge anche nel primo verso delle Bucoliche in Virgilio.
Questo faggio nel corso della sua vita di 200 anni ha sequestrato una quantità di anidride carbonica pari a quella emessa da un’autovettura che ha percorso oltre 180.000 kilometri con un consumo medio di 15 km/litro.

 

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