Le luci degli addobbi come voglia di normalità dopo un anno difficile e luttuoso.
Le ombre sull’incertezza sul futuro per le misure che hanno ucciso l’economia.

Chiome dorate, chiome disperate.

Sono le chiome degli alberi i Natale di questo 2020. Che sarà pure l’annus horribilis (ma le proiezioni sui dati sulla mortalità in Italia indicano invece un anno con assai meno morti del solito: stranezza tutta da chiarire), ma deve vedere il Natale, festa di nascita e rinascita, adeguatamente celebrato.

Ecco allora le luminarie e gli addobbi apparire davvero in tutta la città, comprese le periferie, nonostante la scelta (oculata) del comune di dimezzare lo stanziamento iniziale per aggiungere fondi al sostegno sociale alla popolazione in difficoltà. E ne è simbolo il bel cono d’oro in largo Plebiscito. Ma ecco anche la gente che chiede che non si perda di vista che la vita merita di essere vissuta con dignità: di qui la forma di protesta del tutto originale che ha portato un albero di Natale “anti-Covid” comparire sotto Palazzo del Pincio, con le bollette al posto delle palle e delle luci. Un’iniziativa adottata da Mascherine tricolori anche in altre parti d’Italia.

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