Il ruggito del Leopardo (3^ parte) – di Alberto Leopardo

Carbone a Tvn in scadenza nel 2025: fabbrica di batterie al litio il possibile futuro. Ma quei 300 milioni spariti…

(di Alberto Leopardo. continua dall’edizione precedente)

Abbiamo parlato di riciclo, di riconversioni, poi in seguito entreremo meglio nel dettaglio, però sulla dismissione e la riqualificazione delle aree mi sembra che siamo ancora a carissimo amico perché come hai detto tu c’è ancora un gruppo a freddo e c’è tutta una costa ormai rovinata. Anche su questo argomento l’Enel è uscita qualche mese fa con una proposta di ulteriore riconversione di Torrevaldaliga Nord con dei gruppi a metano, che sono delle scatole praticamente già precostituite, che per metterle in funzione e avviarle possono essere comandate dall’altra parte del mondo. Basta spingere un pulsante. Quindi come materiale, come indotto, come manutenzione veramente “zero”. Quindi secondo me è una proposta che va rigettata in modo fermo, non ci possono essere ulteriori trattative affinché poi si trovi una soluzione sulla chiusura di Torrevaldaliga Nord e del ciclo come previsto dagli atti governativi nel 2025. Dal 2025 se non pensiamo sin da ora cosa si dovrà fare di quell’area, ritengo che sia un errore continuare a fare come dal 1948 cioè ricevere in cambio soltanto pochissimi soldi per la cessione di una costa all’epoca meravigliosa che poteva essere sfruttata sia a livello portuale che turistico. Chiaramente quella zona è di Enel, ma la mia idea sarebbe la chiusura definitiva con demolizione nel 2025 e usare quello spazio per una fabbrica di batterie al litio che sono il futuro automobilistico e cercare di recuperare circa 300 milioni.
Il Parco Eolico anziché farlo sui monti cioè sulla terra ferma, la mia proposta sarebbe quella di farlo a 8/ 10 miglia dalla costa, immagazzinare quindi la produzione e mandarla a torrevaldaliga nord in queste batterie e poi metterle sul mercato. Quindi questi spazi che attualmente sono compromessi andrebbero riqualificati, trovare nell’energia pulita una svolta per la città. Ritengo che questa sia una giusta soluzione perché l’Enel non può fuggire così o continuare a fare ulteriori trasformazioni.
Quindi la mia proposta secca è la chiusura definitiva nel 2025 di Torrevaldaliga Nord, riqualificazione di quell’area, costruzione di una fabbrica con fondi misti europei e nazionali e impiegare la manodopera locale.

L’area oramai è dell’Enel ma nel parlare di Aia veniamo al discorso dei 300 milioni di euro di una convenzione già scritta e bisognerebbe obbligare l’ente Enel ad investirli perché se facciamo le scatole non lavorerà nessuno ma se facciamo batterie magari qualcuno lavorerà. Quella convenzione è stata ceduta all’amministrazione 5 Stelle dalla precedente di Moscherini e non si riesce a capire a quale titolo. E’ stata firmata alla Presidenza del Consiglio quindi anche gli amministratori delle città del
comprensorio cioè Tarquinia, Monte Romano, Civitavecchia, Santa Marinella, Tolfa e Allumiere qui si sono tirati fuori, hanno ceduto praticamente questi 300 milioni e non ho capito, non so bene dove leggere che cosa è stato dato in cambio alla città. Hanno portato 7/8 autobus, hanno fatto due parchi che però erano già stati concordati. C’è anche un terzo parco di cui c’è un progetto che non è stato preso ancora in considerazione per la zona antistante l’ospedale. Per concludere ritengo necessaria la chiusura netta della centrale Torrevaldaliga Nord e comunque sapere che fine hanno fatto quei 300 milioni.

(continua nella prossima edizione)

Il ruggito del Leopardo (2^ parte) – di Alberto Leopardo