“Le scelte non concordate,  al di la dell’invocata necessità  sulla quale, pur concordando a priori nel momento in cui parliamo di interventi umanitari, sono sempre e comunque una imposizione a danno dell’autonomia dei territori e della loro gente . Essa, vivendoli  nel quotidiano , ne conosce le caratteristiche e le criticità, qualità invece poco note al Prefetto di Roma e al Ministro dell’Interno Minniti o che invece   fingono di  non conoscere.

Anche per questa vicenda, spiace ancora una volta rilevare come le parlamentari di questo territorio, siano poco incisive nella loro azione istituzionale e  conseguentemente poco avvezze al confronto ed all’informazione della collettività che le ha elette, cosa che fa il paio con la trascuratezza politica e con la superficialità nel momento in cui, di due almeno una,  avrebbe potuto utilizzare un canale preferenziale con il Ministro del suo stesso partito,  nel tentativo di farlo desistere dal provvedimento al quale a breve, conseguirà  l’arrivo in Porto di tanti migranti, per una prima accoglienza sanitaria, l’identificazione e il successivo smistamento verso i centri di accoglienza individuati su tutto il territorio nazionale per lo scopo, con l’eccezione dei minori non accompagnati che rimarrebbero in strutture protette di accoglienza delle zone limitrofe.

La città,  pur gravemente ferita dai tanti soprusi subiti  nel corso di decenni  con il non rispetto degli equilibri ambientali e per il disordine e la sregolatezza delle attività umane, Italcementi, Enel, Porto in primis,  crediamo che debba essere  ancora una volta unita nel ribadire le sue caratteristiche improntate all’accoglienza proprie di una città di mare aperta al mondo ma, tramite i propri  organismi democratici e quindi  con un consiglio comunale aperto, deve ribadire  che la sua natura e conformazione organizzativa non consente questa ulteriore eccezionale sopravvenienza sia in termini organizzativi,  che strutturali e che , se non ci fosse una inversione degli indirizzi comunicati dal Ministero e del Prefetto di renderla un  hotspot  per l’accoglienza dei migranti,  queste criticità finirebbero per evidenziarsi con maggiore drammaticità , dal punto di vista del sistema sanitario locale, dell’inefficienza ancor più marcata dei servizi al cittadino  già carenti e dell’approvvigionamento idrico già inefficiente e dissestato.

Privilegiando il principio dell’umanità e della solidarietà tra i popoli ci preme menzionare inoltre, il fatto che la indisponibilità di alcune banchine del Porto, qualora rese “riservate” alle attività di prima accoglienza dei migranti, potrebbe comportare un ulteriore colpo sull’asfittica attuale economia portuale che, non potendo contare da sempre sulle previste performance del Terminal Container in concessione ad un privato, vedrebbe altresì pericolosamente ridotte le aree necessarie per il traffico delle auto, mettendo in discussione la funzionalità del porto stesso a detti traffici e quindi  a repentaglio i livelli occupazionali delle imprese in esso impegnate”.

Comunicato dalla Segreteria e il Gruppo Movimento Democratico Progressista Art 1 Civitavecchia

 

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