Se la didattica è a distanza la protesta è “vicina”.

Anche a Civitavecchia studenti in strada con striscioni per protestare contro la didattica a distanza.

Chiedono solamente di tornare in aula in sicurezza.

Anche a Civitavecchia, come in molte altre città d’Italia, si è svolta lunedì 11 gennaio la protesta di studenti e studentesse che hanno manifestato il loro disappunto sulla didattica a distanza.

“Siamo stanchi di questa situazione di precarietà e instabilità” reclamano chiedendo a gran voce un rientro sicuro, in presenza ed immediato. Durante l’evento, come previsto, si sono schierati in via dell’Immacolata con striscioni e cartelloni.

“Siamo stanchi di non essere presi in considerazione o interpellati nonostante siamo i primi ad essere direttamente coinvolti nel vasto universo scolastico” hanno detto.

Chiedono di poter studiare in classe, ma vogliono anche un piano che vada oltre la pura organizzazione degli orari scolastici e di turni per consentire le lezioni in presenza.

“Per realizzare un corretto piano per il rientro in presenza, è necessario garantire un’efficiente rete di trasporti che possa assicurare il rispetto delle norme anticovid previste e sufficienti corse in varie fasce orarie affinché gli studenti possano raggiungere in tempo e senza complicazioni i propri istituti e le proprie abitazioni – spiegano i manifestanti – Auspichiamo che la nostra azione possa raggiungere i risultati desiderati nel più breve tempo possibile”.

Tra loro anche Gabriele Campagna, che ha voluto mettere nero su bianco, in una lettera, il disappunto su una scuola sempre più distante.

“Protesteremo fin quando non si tornerà a scuola” scrive spiegando l’amarezza per quella quotidianità fatta di saluti, baci e abbracci ormai svanita. “Noi senza contatto? Me lo avessero detto 1 anno fa penso che sarei scoppiato a ridere!” aggiunge “Vogliamo essere felici, e la felicità si acquista anche con la sicurezza per noi stessi e per gli altri”. “No, non è questa la felicità! Non è questo che insegna la scuola!

Non è questo il concetto di società nel 2021. Non è questo il concetto di vita” conclude citando John Lennon, che diceva: “Quando avevo cinque anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola, mi domandarono come volessi essere da grande.

Io scrissi ‘felice’. Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita”.

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