Verde pubblico, il Trittico: “Bene prezioso da valorizzare”

DIAMO  UNO  SGUARDO  AL  VERDE PUBBLICO

Gli interventi operati sul verde pubblico hanno tradizionalmente assicurato in sede locale poco più di un’ordinaria manutenzione, quale lo sporadico taglio delle erbe e la potatura delle piante. E ciò in attuazione di un’interpretazione particolarmente riduttiva dei compiti assegnati all’ente locale in tale ambito. Da qualche tempo però, in conseguenza del qualificarsi delle richieste dei cittadini più che mai preoccupati del peggioramento delle loro condizioni di vita causato dall’incessante deteriorarsi della situazione ambientale, si va manifestando l’esigenza di approdare a un’autentica svolta, a un aggiornamento dei criteri d’intervento sin qui adottati dall’ente locale. Ciò perché la cura del verde pubblico è ormai considerata un significativo indicatore dell’evolversi della realtà sociale. E rappresenta quindi per la collettività un bene veramente prezioso e irrinunciabile, da pensare e organizzare secondo un preciso disegno chiaramente orientato a realizzare in città un minimo di habitat naturale su cui la mano dell’uomo deve incidere in modo assolutamente appropriato e discreto. Insomma, il parco, al pari delle altre zone verdi, non va più concepito come uno spazio anonimo occupato da un insieme di piante e da qualche panchina, ma piuttosto come il luogo della piacevole sosta e dell’incontro, in cui la presenza umana si accompagna a quella dei vegetali e di tante piccoli animali, appartenenti in special modo all’avifauna. Come tale, la sua superficie, che è spesso un terreno di limitata estensione risparmiato dalla speculazione edilizia, non può essere a sua volta cementificata o magari gravata di troppi arredi e impianti sportivi. Deve invece dotarsi di un’architettura vegetale capace di instaurare un rapporto equilibrato tra essenze arboree, atte a procurare un’adeguata ossigenazione e frescura, estesi pratini d’erba, e infine rampicanti e arbusti che si prestino a marcarne gradevolmente la delimitazione e lo mettano al riparo da interferenze, fonti di inquinamento e rumori. E, naturalmente, il parco non può essere lasciato privo di fioriture multicolore e di piante odorose e aromatiche, poiché il colore e i profumi immettono nell’ambiente delle note di bellezza, vivacità e armonia di cui si avverte nella società attuale una estrema necessità. I giardini delle scuole costituiscono poi un capitolo a parte, perché versano quasi sempre in condizioni tali da risultare inutilizzabili. Attendono di essere progettati daccapo, e riqualificati in modo tale da costituire un’ulteriore risorsa naturale per la città e soprattutto per gli operatori scolastici, un autentico spazio di espansione dell’aula. Così da essere tradotti in zone di concreta pratica dell’educazione ambientale.

Il presidente