Da Vittorio Petrelli riceviamo e pubblichiamo.
“Nei giorni scorsi è stata ampiamente pubblicizzata la risoluzione della questione degli usi civici. Purtroppo non c’è nulla di risolto e niente da festeggiare, perché la soluzione altro non è che l’accordo sulla modalità di pagamento; in sostanza, nulla cambia per i civitavecchiesi, che si trovano a dover pagare una “tassa” iniqua ed ingiusta.
Lo sgravio dell’uso civico è legiferato da apposite normative che stabiliscono le modalità dell’abbattimento. La possibilità di effettuare una dilazione dei pagamenti è un buon risultato, ma non cambia la sostanza: i cittadini non dovrebbero pagare affatto quel gravame.
C’è da chiedersi se l’attuale amministrazione dell’Agraria abbia compreso la reale portata della sentenza sugli usi civici e anche il perché non fuga i dubbi che aleggiano su questa vicenda. Ad esempio, perché la sentenza è stata resa operativa solo dopo 25 anni dalla sua emanazione? E perché l’Agraria, che era titolare di un diritto, non è intervenuta nei rogiti realizzati dopo quella sentenza? Se lo avesse fatto, molti concittadini, consci dei sacrifici legati all’acquisto della casa, o avrebbero rinunciato a quell’acquisto oppure avrebbero preteso che i costruttori o i proprietari del terreno si sobbarcassero gli oneri del gravame!! Perché sono state rilasciate concessioni edilizie su terreni gravati da uso civico anche dopo la sentenza? Perché la perizia di parte è stata elaborata basandosi su un catasto gregoriano che non coincide con quello attuale, pertanto si giunge al coinvolgimento degli interessati sovrapponendo le cartografie. Ultima domanda, ma non per questo meno importante, chi dovesse decidere di pagare l’affrancazione sarà contestuale il decreto di sdemanizzazione da parte dell’assessore agli usi civici regionale?
La sentenza, come prescrive la legge, e come dichiarato nella stessa sentenza, avrebbe dovuto essere comunicata alle parti interessate, comunicazione che non è mai avvenuta. Questa mancata comunicazione ha impedito agli interessati di impugnare la sentenza stessa nei tempi prescritti dalla legge. Purtroppo, quindi, all’onerosa tassazione che grava già sulle abitazioni si aggiunge questa, che ha veramente dell’assurdo (perché i proprietari coinvolti nella questione non sono eredi di quelli che furono i gestori dei terreni concessi in enfiteusi). Questo caso non è contemplato dalla normativa.
Ci auguriamo, quindi che Associazione Agraria e Comune si impegnino a cercare una soluzione, come avvenuto nel Comune di Torricelle in Sabina, presso il quale il Sindaco ha dato comunicazione dell’avvenuta <<sdemanializzazione, in sanatoria, di aree di demanio collettivo ricadenti nel comprensorio comunale>>, evitando ai cittadini l’esborso di ingenti somme di denaro per lo sgravio”.