Cosa fare dopo la maturità? Che sia un liceo o un istituto tecnico o professionale questa è la domanda che cominciano a porsi migliaia di studenti ogni anno proprio in questo periodo dell’anno.

In molti scelgono di continuare a studiare, complici le scarse possibilità occupazionali dovute a questo momento di crisi economica e lavorativa ed il supporto delle famiglie che nonostante tutto continua ad essere una costante del panorama italiano. Si apre così la strada per le Università, un corso di laurea breve, in materie umanistiche o scientifiche, che dura solitamente tre anni.

Il Rapporto sulle scelte occupazionali e formative dei diplomati del Lazio diAlmalaurea, il Consorzio Interuniversitario per favorire e monitorare l’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro, ci fornisce dati interessanti a riguardo.

Emerge così che ben il 63% dei diplomati della regione Lazio si iscrive ad un corso di laurea, contro un 32% che invece decide di introdursi subito dopo il diploma nel mondo del lavoro. Un 13% dei neodiplomati si dedica invece alla ricerca attiva del lavoro ma lo studio dimostra anche che un 5% non cerca un lavoro affatto, per scoraggiamento nei confronti della carenza occupazionale o, più raramente, per motivi personali.

Altri dati importanti sono quelli riguardanti le differenze tra tecnici/professionali e liceali: questi ultimi hanno infatti molte meno esperienze lavorative post diploma e il 71% degli uscenti dai licei classici, scientifici, psicopedagogici decide di proseguire ed intraprendere la carriera universitaria; solo il 32% dei tecnici e il 17% dei professionali prende la stessa divisione.

Un’ulteriore differenza è quella di genere: le ragazze sono ancora una volta più propense a proseguire gli studi rispetto ai ragazzi.

In un contesto lavorativo così incerto come quello che stiamo vivendo sono in molti a scegliere di studiare e lavorare allo stesso tempo. Questo spiega l’incremento di iscritti alle università telematiche soprattutto nei corsi di laurea breve da alcune di esse che permettono agli studenti di ottenere un titolo di studio in 3 anni senza proseguire con gli studi specialisti ed entrare così prima nel mondo del lavoro.

Questi dati che dipingono un’Italia sempre più alfabetizzata per quanto riguarda l’istruzione superiore e allo stesso tempo sempre più attenta e preoccupata della mancanza di posti di lavoro nei quali mettere a frutto le competenze acquisite durante gli anni di formazione.

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