UNICEF VIOLENZA NO

Ogni 7 minuti un adolescente viene ucciso a causa di un atto di violenza.
Principali dati:
– A livello globale, ogni 7 minuti un adolescente viene ucciso a causa di un atto di violenza;
– Tre quarti dei bambini del mondo tra i 2 e i 4 anni – circa 300 milioni – subiscono a casa aggressioni psicologiche e/o fisiche da coloro che se ne dovrebbero prendere cura;
– Circa 6 bambini su 10 di un anno di età, in 30 paesi in cui sono disponibili dati, sono regolarmente vittime di un’educazione violenta: circa un quarto dei bambini di un anno viene strattonato per punizione e circa 1 su 10 viene schiaffeggiato o colpito al viso, alla testa o alle orecchie;
– Nel mondo, circa 15 milioni di ragazze adolescenti tra i 15 e i 19 anni sono state costrette a rapporti sessuali o altri tipi di violenza sessuale durante la loro vita;
novembre 2017 – Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF  un impressionante numero di bambini – alcuni anche di appena 12 mesi – hanno vissuto esperienze di violenza, spesso causate da chi dovrebbe prendersene cura.  Lo studio A Familiar Face: Violence in the lives of children and adolescents (“Un volto familiare: la violenza nelle vite di bambini e adolescenti”) usa gli ultimi dati per rivelare le violenze che i bambini subiscono in ogni momento della loro infanzia e in tutti i contesti:
Violenza contro i bambini piccoli a casa:
– Tre quarti dei bambini del mondo tra i 2 e i 4 anni – circa 300 milioni – subiscono a casa aggressioni psicologiche e/o fisiche da coloro che se ne dovrebbero prendere cura.
– Circa 6 bambini su 10 di un anno di età, in 30 paesi in cui sono disponibili dati, sono regolarmente vittime di un’educazione violenta: circa un quarto dei bambini di un anno viene strattonato per punizione e circa 1 su 10 viene schiaffeggiato o colpito al viso, alla testa o alle orecchie.
– Nel mondo, 1 bambino su 4 sotto i 5 anni – 176 milioni – vive con una madre vittima di un partner violento.
Violenza sessuale su ragazzi e ragazze:
– Nel mondo, circa 15 milioni di ragazze adolescenti tra i 15 e i 19 anni sono state costrette a rapporti sessuali o altri tipi di violenza sessuale durante la loro vita;
– Solo l’1% delle ragazze adolescenti che hanno subito violenza sessuale ha dichiarato di aver chiesto l’aiuto di uno specialista;
– Nei 28 paesi i cui dati sono disponibili, in media, il 90% delle ragazze adolescenti che hanno subito violenza sessuale, ha dichiarato che il perpetratore del primo atto era una persona che già conosceva. I dati di 6 paesi rilevano che amici, compagni di classe e partner sono tra coloro maggiormente indicati come i perpetratori di violenza sessuale contro i ragazzi adolescenti.
Morti violente tra gli adolescenti:
– A livello globale, ogni 7 minuti un adolescente viene ucciso a causa di un atto di violenza;
– Negli Stati Uniti, i ragazzi neri non ispanici tra i 10 e i 19 anni hanno una probabilità circa 19 volte maggiore di essere uccisi rispetto a un ragazzo bianco e non ispanico della stessa età. Se il tasso di omicidi tra i ragazzi adolescenti neri non ispanici fosse applicato all’intera popolazione del paese, gli Stati Uniti risulterebbero fra i 10 paesi più pericolosi al mondo;
– Nel 2015, un ragazzo adolescente nero non ispanico aveva la stessa probabilità di essere ucciso per omicidio negli Stati Uniti rispetto al rischio che correva un ragazzo adolescente che viveva in Sud Sudan di morire a causa della violenza collettiva che dilaniava il paese;
– L’America Latina e i Caraibi sono l’unica regione in cui il tasso di omicidi tra gli adolescenti è aumentato; nel 2015, circa la metà di tutti gli omicidi tra gli adolescenti a livello globale è avvenuta in questa regione.
Violenza a scuola:
– La metà di tutti i bambini in età scolare – 732 milioni – vive in paesi in cui le punizioni fisiche a scuola non sono totalmente proibite;
– Tre quarti delle sparatorie documentate avvenute negli ultimi 25 anni nelle scuole si sono verificate negli Stati Uniti.
Bullismo – Per quanto riguarda gli adolescenti (età 11 – 15 anni) che hanno riferito di aver compiuto atti di bullismo a scuola almeno una volta, l’Italia si colloca tra i 10 paesi con la percentuale più bassa. Anche per quanto riguarda la percentuale di adolescenti (età 13 – 15 anni) che riferiscono di aver subito episodi di bullismo il nostro Paese si colloca nei posti più bassi della classifica. “Al di là delle classifiche il bullismo rappresenta comunque una realtà per molti adolescenti che vivono in Italia, per questo è importante non abbassare la guardia. In tal senso è positivo che vengano poste in atto misure di contrasto al fenomeno quali la recente presentazione da parte del MIUR del Piano nazionale per l’educazione al rispetto e le relative Linee guida e delle Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo” ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera.
“I danni inflitti ai bambini, in tutto il mondo, sono molto preoccupanti”, ha dichiarato Cornelius Williams Responsabile UNICEF per la Protezione dell’Infanzia. “I bambini vengono schiaffeggiati sul viso, ragazzi e ragazze vengono costretti ad atti di violenza sessuale, gli adolescenti sono uccisi nelle loro comunità – la violenza contro i bambini non risparmia nessuno e non conosce limiti.”
L’UNICEF nel suo lavoro è impegnato a porre fine alle violenze, supportando gli sforzi governativi per migliorare i servizi per i bambini colpiti da violenze, sviluppando politiche e leggi che proteggano i bambini e aiutando le comunità, i genitori e i bambini a prevenire la violenza con programmi pratici, come corsi per i genitori e azioni contro la violenza domestica.
Per porre fine alla violenza contro i bambini, l’UNICEF chiede ai governi di supportare la strategia INSPIRE, concordata e promossa dall’OMS, dall’UNICEF e dalla Global Partnership to End Violence Against Children e di intraprendere alcune azioni concrete:
– adottare piani nazionali coordinati per porre fine alla violenza contro i bambini – che uniscano istruzione, assistenza sociale, giustizia, sistemi sanitari, ma anche le comunità e i bambini stessi;
– modificare le abitudini degli adulti e identificare i fattori che contribuiscono alla violenza contro i bambini, che comprendono: diseguaglianze economiche e sociali, norme sociali e culturali che tollerano la violenza, leggi e politiche non adeguate, servizi per le vittime non adeguati e investimenti limitati in sistemi concreti per prevenire e rispondere alla violenza;
– concentrare le politiche nazionali sulla riduzione dei comportamenti violenti, delle disuguaglianze e sulla limitazione dell’accesso ad armi da fuoco o altre armi;
– costruire sistemi di servizi sociali e formare operatori sociali per garantire servizi di sostegno, di supporto e terapeutici per i bambini che hanno subito violenza;
– insegnare a bambini, genitori, insegnanti e membri delle comunità a riconoscere la violenza in tutte le sue forme e dare loro maggiore forza e possibilità per parlare e denunciare la violenza in modo sicuro;
– raccogliere dati disaggregati migliori sulla violenza contro i bambini e tenere traccia dei progressi raggiunti attraverso un forte lavoro di monitoraggio e valutazione.     INFO – www.unicef.it

 

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