Penale irrisoria per bloccarne l’iter, per Civitavecchia altra bomba ecologica.

Un consiglio che ha evidenziato ancora una volta la rottura in seno alla maggioranza, ma che ha chiarito anche il distacco, sempre più ampio, tra la città e chi amministra Palazzo del Pincio. Perché all’Aula Pucci la massima assise sul forno crematoio si è trasformata nell’ennesima bagarre, figlia dell’arroganza con cui gli ex Rifondaroli (ora grillini), stanno amministrando (si fa per dire) Civitavecchia. Un forno crematorio che rappresenta l’ennesima bomba ecologica per una città che, di problemi ambientali ne conta già a bizzeffe: perché le rassicurazioni illustrate dalla società che sta costruendo l’impianto non hanno di sicuro sopito i tanti dubbi su una struttura la cui utilità, per il territorio di Civitavecchia è tutta da verificare. Ma a rendere ancora più amara la serata a chi era presente all’Aula Pucci e più in generale a chi sarà destinato a respirare quei fumi è la consistenza della penale che il Comune di Civitavecchia sarebbe stato costretto a pagare, nel caso in cui l’iter non fosse proseguito, una penale di appena 48mila euro. Una somma,come ha fattto notare l’ex consigliere regionale Enrico Luciani, presente alla Pucci, “del tutto irrisoria che poteva essere inserita tranquillamente nei fondi Enel”. Insomma una decisione senza senso, un vero e proprio autogol per l’attuale Giunta sempre più lontana dalla città ed arroccata nelle proprie posizioni. Ma il dato ancora più lampante, come già detto è la spaccatura sempre più evidente all’interno del Movimento Cinque Stelle, sancita per l’ennesima volta dalle dichiarazioni del presidente del consiglio comunale Riccetti, la quale senza mezzi termini ha accusato il primo cittadino di aver voluto a tutti i costi il forno crematorio, senza passare per il consiglio comunale. Nulla di nuovo, verrebbe da dire, con l’attuale maggioranza che ormai da due anni ha mostrato arroganza e soprattutto nessuna capacità amministrativa. Quello del forno crematorio è l’ennesima dimostrazione del finto ambientalismo di cui è permeata la Giunta, in una città dove il rilancio occupazionale e sociale diventano sempre più un miracolo.

 

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