“Crediamo sia necessario dare dei chiarimenti sulla vicenda Tirreno Power per chiarire alcune cose che anche se molto chiare a chi ha seguito la vertenza sin dall’inizio, sembrano poco chiare a chi troppo spesso dichiara la grave emorragia occupazionale della centrale Tirreno Power a Civitavecchia come in parte risolta.

Di chiacchiere in giro ce ne sono tante, sia su Ernesto Tarallo che sull’intera vicenda, a volte messe in giro ad arte da chi deve rispondere ai voleri padronali, a volte per ignoranza.

E’ importante sapere che poco meno della metà delle lavoratrici e lavoratori direttamente dipendenti della centrale sono stati coinvolti da un accordo riguardante il licenziamento collettivo del personale con mobilità volontaria e obbligatoria dello stesso.

Ben 30 dipendenti della centrale sono stati interessati da questo taglio, 19 di questi in prepensionamento con attese che vanno dai 4 ai 10 anni ai quali è stata corrisposta una buonuscita ai limiti della sopravvivenza ma che sono stati costretti ad accettare, 4 sono stati assunti da altre aziende nell’ambito della solidarietà di settore, mentre dei rimanenti 7 dipendenti ben lontani dalla pensione, in 5 hanno firmato il verbale di conciliazione, accettando il licenziamento con una buonuscita minima ed altri due, tra cui l’ormai famoso Ernesto Tarallo non hanno accettato l’accordo.

Va detto che i 5 di cui sopra, hanno accettato l’accordo che prevedeva, oltre alla buonuscita, che altro non è che gran parte del denaro che non hanno guadagnato nell’anno di CIGS e nei due anni precedenti in solidarietà aziendale, anche all’inserimento nel serbatoio della solidarietà di settore, prevista dal nuovo contratto e che prevede il reinserimento nelle aziende del settore elettrico al quale lo stesso Tarallo aveva aderito in precedenza.

Va ricordato che il solo Tarallo ha avuto l’occasione di avere un colloquio in precedenza al licenziamento, mentre per altri 5 ad oggi non ci sono stati inviti, cosa che potrebbe far pensare ad una vera e propria sceneggiatura ad hoc per dimostrare la coscienza pulita dei protagonisti di questa vicenda.

E’ quindi chiaro che non solo Tarallo, al quale va dato il merito al coraggio di una scelta esasperata, ha diritto al ricollocamento nel settore per quanto scritto nella convenzione con il Comune di Civitavecchia nella C.le di Torre Valdaliga Nord di proprietà Enel S.p.A.

Perciò ritengo che tutte le iniziative istituzionali e politiche a sostegno di quanto previsto nella convenzione siano utili ma devono anche essere non subalterne ad un Azienda che invece di mantenere un buon rapporto e rispetto verso la città che la ospita in modo così pesante, rilascia dichiarazioni che offendono gli interlocutori. E’ chiaro quanto detto nell’accordo tra Ministero, Regione, Comune Enel e OO.SS., dire che l’impegno riguardava la costruzione mentre è scritto “esercizio e movimentazione del carbone”, quindi operatività dell’impianto è prendere in giro l’intera città.
Cosa che da un’Azienda rispettabile come Enel non è accettabile.
Inoltre, chiediamo a Tirreno Power, questa volta pubblicamente, di rivedere l’organico ad oggi presente in centrale. Abbiamo più volte sottolineato come lo stesso sia troppo esiguo per il corretto funzionamento dell’impianto, sia dal punto di vista organizzativo che operativo, crediamo che un segnale anche da parte di questa Società, riassorbendo una parte del personale licenziato tramite lo strumento dell’insourcing, dia maggiori garanzie  e la prova che errare è umano, perseverare no..

Mentre rimane preoccupante il silenzio della triade sindacale presente nell’ ”organismo bilaterale della solidarietà di settore” evidentemente troppo presa a mantenere i rapporti con un Azienda al quale deve molto”.

Comunicato da UGL Chimici-Energia Civitavecchia

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