Dura e lunga replica di Simona Ricotti al sindaco Pietro Tidei.

“Non scenderò, in quanto non a me consona, nella bassezza concettuale e linguistica utilizzata dal Primo Cittadino per coprire il proprio non agire, sintomo di una miseria umana che nessuna vittoria elettorale può nascondere.

La verità è che i dati, desumibili dagli atti, sono sotto gli occhi di tutti e sono incontrovertibili: la centrale di Torrevaldaliga nord funzionerà 1500 ore in più e potrà bruciare 900.000 tonnellate all’anno di carbone in più rispetto all’autorizzazione originaria, utilizzerà un carbone con percentuale di zolfo superiore a quanto previsto dalla normativa in vigore nella Regione Lazio e potrà emettere fumi con concentrazioni di monossido di carbonio quasi tre volte superiori a quanto previsto dalla legge.

E che ciò si traduca in un aumento del carico inquinante è incontestabile, cosi come il fatto che presentare osservazioni sia di molto diverso dall’apporre prescrizioni, concetto evidente anche per chi non sia particolarmente ferrato in materia amministrativa

Che il Sindaco avesse consapevolezza di tali criticità, tanto da averle inserite nelle proprie osservazioni, come da lui stesso dichiarato, ma poi non abbia avuto il coraggio (o la volontà) di apporre le doverose prescrizioni, come richiestogli peraltro da oltre duemila cittadini, è evidente da una lettura, anche non approfondita degli atti (Osservazioni del comune, Parere del gruppo istruttore e verbale della conferenza dei servizi che posso fornire a chiunque sia interessato ad approfondire la questione e che non sarebbe male, in una reale operazione chiarezza, venissero pubblicati sul sito del Comune).

Ma visto che l’aria e l’ambiente non sono miei, ma nemmeno del Sindaco, è bene, per amor di trasparenza, fare chiarezza anche sugli altri dati, che il Sindaco, o chi per lui, hanno fornito alla popolazione assumendosene la paternità, nel tentativo di esaltare un azione risultata, invece, quanto meno insoddisfacente

“riduzione del tetto massimo delle ceneri a 160 t/anno contro il parere istruttorio conclusivo dell’AIA che aveva previsto 180 t/anno: in realtà si tratta dell’abbassamento del limite emissivo massimo per le polveri, e non le ceneri. Questo è l’unico punto per cui il Sindaco si è avvalso dei poteri del R.D.1265/34, vale però in questa sede sottolineare che per nel 2011 le emissioni dichiarate di polveri sono state di 55t/a e nel 2012 62 t/a, e che proprio per questo parametro l’ENEL aveva espresso la propria disponibilità alla diminuzione (vedi Osservazioni del gestore); se si considerano veritieri i dati sulle emissioni di polveri degli ultimi due anni, e sicuramente il Sindaco sarà di questo parere, è come se si fosse assegnato a un motorino un limite di 130 Km orari.

“data di cessazione della produzione di energia al 2034; La vita tecnica dell’impianto era già prevista in venticinque anni (pag. 14 della VIA);

“realizzazione di una rete deposimetrica per il controllo dei metalli pesanti” misura richiesta dal Ministero della Salute (pag 3 del verbale della conferenza dei servizi) ed è relativa unicamente alle polveri non convogliate di carbone, ceneri, gesso e calcare aereodispersi (pag 108 del parere del Gruppo Istruttore)

“obbligo di presentare entro sei mesi uno studio per l’abbattimento del CO al camino”.

Tale misura è stata richiesta dalla Regione Lazio e prevede “ la realizzazione …di uno studio di fattibilità per l’installazione e l’implementazione di un sistema di abbattimento al camino del Co” e il passaggio dallo studio ad una reale attuazione è tutto da dimostrare (pag. 3 del verbale della Conferenza dei servizi);

“introduzione del controllo della radioattività sul carbone” In effetti è stato prescritto di indicare il contenuto di radioattività del carbone utilizzato anche se una valutazione sull’impatto radiogeno della centrale andrebbe fatto analizzando le ceneri leggere, come richiesto nelle nostre Osservazioni,

“Ha proposto ed ottenuto la presenza fissa di ISPRA (o ARPA) a presidio della sicurezza e del rispetto delle emissioni all’interno della centrale ” in realtà alla richiesta, come si legge nel verbale, ha fatto seguito il semplice impegno del Presidente della conferenza a farsi carico della stessa e a provvedere ad inoltrarla alla Direzione Generale competente “per un possibile Protocollo d’intesa da realizzarsi con le Autorità di controllo ed Enel Produzione Spa volto a garantire la possibilità di un presidio fisso di controllo all’interno dello stabilimento” , siamo, dunque, nel mare aperto delle possibilità e non è stato ottenuto alcun presidio.

“istituzione di un presidio medico sanitario 24 ore su 24” nessun riscontro se non la richiesta avanzata;

“eliminazione delle emissioni diffuse (polvere carbone sui dome) o l’incanalamento delle stesse” Non risulta dal verbale ed anzi nella riunione Ispra che ha preceduto la Conferenza dei Servizi e nel quale il Comune era ben rappresentato, sono state approvate tutta una serie di osservazioni dell’ENEL tese ad “ammorbidire” le attenzioni nei confronti dell’emissione di polveri di carbone. (Rif punti 14, 15, 16 dell’allegato 4 al verbale della conferenza dei servizi)

“controllo puntuale di ARPA sul processo smaltimento rifiuti (cenere, carbone, etc)”

Non menzionato nel verbale, rientra tra i compiti istituzionali dell’ARPA;

“Ha preteso che i desolfatori avessero una efficienza del 97% (contro il 96% della normativa) riducendo quindi lo zolfo” In realtà l’efficienza del 97% del sistema di desolforazione è quella dichiarata da Enel nella domanda di autorizzazione e l’efficienza associata alle migliori tecniche disponibili è compresa tra l’85 e il 98%. Risulta, pertanto, evidente che al limite si è “preteso” qualcosa che il Gestore aveva già garantito e che non si sono ridotte in alcun modo le emissioni di zolfo.

“incremento del recupero di calore refluo della Centrale” Misura evidenziata dal Ministero della salute (pag. 3 del verbale della CdS), e che costituirà, se e quando realizzata, sanatoria di una palese violazione di quanto prescritto nel Piano di Risanamento della Qualità dell’aria della Regione Lazio che stabiliva al 31.12.2010 il termine ultimo dell’adeguamento a tale norma;

“rimozione delle terre di dragaggio scaricate sull’area del bosco, immediato inizio dei lavori del bosco nell’ex Parco Nafta” e realizzazione della parte compensativa sociale in città, attraverso la creazione di nuovi parchi urbani”. Su tale tema, che esula completamente dal procedimento AIA e di cui non si trova alcuna menzione sul verbale, vale ricordare la contrarietà reiteratamente espressa dal Sindaco alla realizzazione del bosco nell’area in questione e il fatto che si deve unicamente alla Commissione Via/Vas del Ministero dell’ambiente sia la realizzazione del bosco nel sito originariamente indicato che l’imposizione dello spostamento delle terre di dragaggio e l’effettuazione di un piano di caratterizzazione, sia la possibilità di trasformare in azioni altre la parte sociale delle compensazioni (vedi Parere Commissione Via/Vas 826 del 02.11.2011)

“trasmissione dei dati sulle emissioni direttamente al Comune quotidianamente ed in tempo reale”. Vero.

Traguardi comunque di poco conto, che certo non disturbano l’inquinatore, che sono stati enunciati per creare una cortina fumogena sul dato più importante, ovvero che la centrale funzionerà e, conseguentemente, inquinerà, di più e che consentiranno al Sindaco di mettere la propria accondiscendenza sul piatto della bilancia delle trattative per le compensazioni economiche.

Purtroppo, caro Sindaco, sul quel piatto, insieme alla tua accondiscendenza, ti piaccia o meno sentirtelo dire, c’è anche la salute dei cittadini. Puoi anche darmi ridicolmente della “fascista forcaiola” ed accusarmi di “caccia all’untore”, termini che non si addicono al confronto democratico e che risultano propri di chi vive ogni critica come reato di lesa maestà; ma caro Pietro il mio, e quello di coloro che combattono la stessa battaglia, è solo l’ennesimo e doveroso tentativo di difendere la nostra salute, la nostra terra e il nostro futuro.

Visto che tu, come altri che ti hanno preceduto sullo scranno di primo cittadino, abdichi a questo dovere.

E questo, caro Sindaco, te lo dico da cittadina”.

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