Spunta il primo caso positivo tra le circa trenta persone sottoposte a falso test. D’Amato: “Se il fatto sarà acclarato l’operatrice sarà licenziata”.

Falsi tamponi a domicilio, finiti sotto la lente di ingrandimento della magistratura. Emergono particolari importanti legati alla truffa che sarebbe stata messa in piedi da un’infermiera in servizio all’ospedale San Paolo e dal suo compagno. A quanto pare sarebbe stata proprio la Asl Roma 4 ad accorgersi dell’anomalia, attraverso un referto falso arrivato presso gli uffici di via Terme di Traiano. E la stessa struttura, venuta a conoscenza del problema, avrebbe presentato regolare denuncia alle forze dell’ordine che hanno poi avviato l’inchiesta. Un fatto grave, emerso dopo che una donna sottoposta a tampone dal compagno dell’infermiera ha ritirato il suo responso: esito negativo, ma la positività non è da escludersi. Ha subito chiesto chiarimenti allo Spallanzani, ma è stata spedita a Civitavecchia dove è stata riscontrata dalla Asl Roma 4 l’inautenticità dell’atto. Dopo la denuncia parte l’inchiesta, con almeno una trentina di test sotto la lente d’ingrandimento della Procura. «L’ospedale San Paolo è estraneo ai fatti – fanno sapere dall’azienda sanitaria locale – si tratta di un caso isolato che sarà trattato secondo i termini di legge». Sulla questione è intervenuto anche l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato: «È un fatto inaccettabile – ha dichiarato – nel caso in cui dovesse essere acclarato, l’operatrice sanitaria sarà licenziata».

Intanto spunta un primo positivo tra le circa trenta persone che si sarebbero sottoposte ai falsi tamponi. Quando infatti ha eseguito il vero test, si è accorto di non essere negativo come evidenziato dal referto consegnato dalla coppia. Il rischio è che possa aver contagiato altre persone a sua insaputa.

Civonline

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