Il dietro le quinte di un successo costruito con anni di lavoro oscuro dalla dirigenza.

Presutti e Iacomelli: “Superati momenti difficili, grazie ad un ambiente sano”.

Spesso si parla nel calcio di maglia sudata. Ma a volte c’è anche chi suda le camicie, magari sette come quelle del mito. E’ il caso della dirigenza che ha sostenuto il peso della preparazione della rinascita calcistica in atto. Un lavoro oscuro che ripercorriamo Patrizio Presutti è raggiante.

La voce del presidente ripercorre una settimana febbrile, dal vibrante 3-1 della semifinale con la Polisportiva Favl Cimini alla sfida al Tivoli.

“Abbiamo aiutato le persone all’accesso del sito per i biglietti, poi l’organizzazione dei pullman dei nostri tifosi e quanto concerne i preparativi per la mobilitazione della squadra, dello staff. L’adrenalina era tanta, la vittoria è il premio per tutto un ambiente che sta costruendo, a Civitavecchia, un ambiente calcistico sano. Lo dico a tutta la nostra gente: magnifici”.

Con Iacomelli una dirigenza di ferro e passione. “Solo la pandemia ha rallentato quanto ci eravamo riproposti con Ivano.

Avevamo detto 3 anni per qualcosa di importante e ci siamo riusciti. Certo tutti attendono la serie D, noi compresi, ma avere la possibilità di alzare un trofeo così prestigioso, il poter poi andare a portare a vanto il nome della nostra città in giro per l’Italia, è qualcosa che ci riempie d’orgoglio, poter ripetere quanto fatto nella stagione 93/94.

Ci abbiamo creduto insieme al nostro “popolo”.

Nulla sarebbe stato possibile senza la loro spinta. E grazie ai ragazzi hanno fatto qualcosa di unico, con loro tutto l’entourage che ha costruito ciò”.

E proprio Ivano Iacomelli ha l’aria di chi ne ha passate tante prima di fare la “scorsa” adatta a dribblare gli ostacoli e abbracciare gli obiettivi. “Spesso mi vengono in mente i momenti difficili che abbiamo superato in passato quando il nostro obiettivo era mantenere la categoria e sopratutto mantenere gli impegni presi scriteriatamente da altri e che avrebbero distrutto il logo del Civitavecchia Calcio 1920”, spiega il manager.

Che poi avverte chi abusa dell’aggettivo “storico” sia per le vittorie che per i distinguo: “Dalla storia dobbiamo prendere degli insegnamenti sia positivi che negativi per non ripetere gli errori, spesso fatti con troppa leggerezza pensando solo all’oggi e fregandomene del domani. Io credo che una Società come il Civitavecchia Calcio 1920 sia patrimonio della città che di volta in volta viene gestita da alcune persone che dovrebbero cercare di renderla ai dirigenti successivi migliore di quella presa dai dirigenti precedenti. Io ed il Presidente Patrizio Presutti lavoriamo a questo. E il successo sta a dimostrare che il progetto iniziato 3 anni fa con la Compagnia Portuale sta centrando gli obiettivi che ci eravamo prefissati con il mai dimenticato Sergio Presutti e portato avanti magistralmente dal figlio Patrizio”.

Edizione digitale – Speciale Civitavecchia Calcio 1920

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