Numeri che certificano l’emergenza in cui è sprofondato lo scalo locale.

 

CIVITAVECCHIA – Traffici caratterizzati dal segno negativo, e non poteva essere altrimenti con il colpo di grazia inferto dall’emergenza Covid19. I dati riferiti al primo trimestre 2020 del porto di Civitavecchia tracciano un quadro piuttosto desolante, certificando le preoccupazioni e gli allarmi lanciati nelle ultime settimane. Meno 41,5% nelle rinfuse solide, meno 16,1% delle merci varie in colli, meno 19,5% degli accosti, meno 26,7% di contenitori, meno 28,6% di passeggeri, meno 16,8% di crocieristi e meno 14,3% di automezzi. Sono state 112 le navi in meno arrivate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, 47.625 i passeggeri e 34.853 i crocieristi. Ma non solo. Parlando del settore commerciale, pesa e non poco il crollo del carbone, che fa segnare un -41,6% pari a 228.552 tonnellate in meno sbarcate rispetto al primo trimestre 2019. I prodotti chimici hanno segnato un azzeramento, meno 33% i contenitori. Numeri che devono far riflettere e che si sono tradotti in un 90% di cassa integrazioni per i lavoratori del porto.
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