Du dum… du dum… du dum… du dum… Magico, inarrivabile, perfetto. Dark Side. Il disco dei dischi, quello dei record di permanenza in classifica, quello ascoltato milioni di volte, quello comprato su vinile, su cassetta, su cd, in edizione picture, per il ventennale, per il trentennale e il quarantennale, per gli eventi a seguire e per sempre. Non ci si può soffermare su notizie, ragguagli e dettagli, qui a parlare sono solo le emozioni. Eppure in quella primavera del 1973, l’allora programma radiofonico musicale di riferimento “Per voi giovani”, seguendo i commenti della stampa specializzata “Ciao 2001”, “Qui Giovani” ecc. aveva bollato come sostanzialmente deludente il nuovo disco dei Pink Floyd. Ricordo come oggi, giovane neofita rock, l’attento ascolto alla radio nazionale del disco, presentato in due giorni, un lato alla volta. I critici davano sufficiente il primo lato e condannavano come debole il secondo (quello di Us and Them!) A me sembrava sublime. Ascoltati. letti e seguiti quasi come oracoli, fregandomene dei critici, corsi a comprare il disco. Con molta calma per paura di rovinarlo, tagliai su un lato l’involucro in cellophane nero che aveva attaccato in alto a destra un adesivo circolare, ancora su sfondo nero,  “Pink Floyd The Dark Side of the Moon”. Solo qualche tempo dopo ebbi il coraggio di scartarlo completamente, mi accorsi delle note di copertina, dei testi e… dello spettro colorato che continuava dalla prima pagina. I due manifesti contenuti all’interno, uno del gruppo, l’altro delle piramidi azzurre, fanno ancora  bello sfoggio sulla parete del mio studio, proprio davanti al PC, le due cartoline sono invece ancora lì, al loro posto all’interno del disco. Perfetto, a partire dalla copertina, nata sembra da un’idea di Rick Wright e realizzata, come tutte quelle dei Pink Floyd dallo studio Hipgnosis.  I suoni, gli effetti, l’incedere lento ma inesorabile, la ricerca, gli arrangiamenti geniali, le melodie hanno fatto di “Dark Side” la storia del rock, il punto di riferimento della musica. Mozart, Beethoveen, i Beatles, i Pink Floyd. Tutto il resto è rielaborazione sul tema. Il fatto più straordinario è che dopo oltre quaranta anni, ascoltando il disco oggi, sembra appena uscito. Gli altri dell’epoca, ma anche i più nuovi, appaiono datati, belli ma passati, superati, in ogni caso segnati dal tempo. La resistenza al tempo è una delle grandi caratteristiche di “Dark Side” rimasto nelle classifiche decenni e recentemente rientrato nelle chart grazie al traino dello splendido “The Endless River”. L’opera è di quelle che fanno pensare:  bene! Abbiamo fatto un bel lavoro, ed ora? È difficile dopo un capolavoro del genere pensare a nuove cose. Ci misero due anni ma i Pink trovarono una più che degna soluzione, “Wish you were here”, dedicato a Syd Barret, prima geniale e pazza mente del gruppo,  ma questa è un’altra, straordinaria, storia che magari racconteremo. Del resto proprio da questo disco la figura di Davd Gilmour, finora considerato solo come il sostituito di Syd, acquista una sua precisa collocazione, diventa chitarra e voce leader del gruppo, la voce dei Pink Floyd. La gestazione di “Dark Side” merita una citazione, contrariamente a quanto accade di solito, il disco è nato in concerto, sviluppato durante le tournèe e solo dopo quasi due anni registrato in studio. Alcuni brani furono addirittura eseguiti durante il celebre live show dei Pink a Pompei, evento dal quale è stato tratto un imperdibile film che permette di ascoltare, oltre ad una “marziana” versione di “Echoes“ frammenti di “On the run”, “Breathe” e “Us and them”. Qualche tempo dopo la pubblicazione del disco, qualcuno sull’autorevole  settimanale musicale inglese “Melody Maker” scrisse che il successo di “Dark Side” sta nel fatto che “è un disco fantastico per una scopata” e che “milioni di persone hanno fatto l’amore con il sottofondo di The Dark Side of the Moon”. Vero anche perché già le sole “Great Gig in the Sky” e Us anda Them” portano all’estasi. Traccia numero nove, “Eclipse” segna la fine e tornano i… Du dum… du dum… du dum… ma sul lettore, inesorabile, è impostato il tasto replay, ed allora si ricomincia… ora, allora, per sempre… Du dum… du dum… du dum… Magico, inarrivabile, perfetto, senza tempo.

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