Diamonds Dogs – David Bowie
Prima del 1974, l’anno di Diamonds Dogs, il Duca Bianco aveva già assaporato gli eccessi e i successi che il rock riservava in quegli anni ai suoi adepti migliori. “Space Oddity”, “Life of Mars” e soprattutto le gesta spaziali della saga di Ziggy Stardust, avevano già creato il mito David Bowie e della sua band la Spiders from Mars.
Sempre interessato alle più variegate esperienze, Bowie aveva stretto rapporti musicali con Marc Bolan ed artistici con Andy Warhol. Fu proprio anche grazie a lui che entrò in contatto con Lou Reed in quel momento – primi anni 70 – in drammatica caduta verticale umana ed artistica. Il risultato nato dal rapporto che si instaurò tra i due fu un capolavoro assoluto. Bowie insieme al produttore Tony Visconti e al fido chitarrista Mick Ronson presero in cura Lou Reed, lo rimisero letteralmente in piedi e contribuirono alla nascita di Transformer, album pubblicato nel 1972, autentica gemma musicale e vetta mai più raggiunta dall’artista newyorkese impreziosita da pezzi leggendari come “Satellite of Love”, “Walk on the Wild Side” e la grandissima “Perfect Day”. Era la “golden age” del cosiddetto “rock decadente”.
L’anno successivo Bowie conosce altra gloria. Come autore per i Mott of the Hoople scrisse il clamoroso hit “All the Young Dudes” e a suo nome diede alle stampe il 33 giri Alladin Sane, primo suo album a raggiungere il numero 1 in Gran Bretagna. Sono gli anni del grande successo, accostato, non si sa con quanta sua gioia, al fenomeno imperante del glam-rock. Un successo che arrise anche a un successivo debole album di cover intolato Pin Ups, tra le quali anche la “See Emily Play” di Barrettiana memoria (Syd Barrett).
Spinto dalla costante voglia di allargare le sue esperienze artistiche oltre che musicali, nel 1974 Bowie inizia a pensare a un musical dedicato a “1984” di George Orwell. Il progetto fallisce per permessi non concessi dai proprietari dell’opera ma non fallisce l’album che ne testimonia la parziale colonna sonora. Dal quel lavoro abortito nasce Diamonds Dogs, un passo avanti straordinario rispetto ai lavori precedenti. I testi risentono del rapporto con Lou Reed, parlano di emarginazione e caos metropolitano in versione futurista. La musica è più ricca, strutturata, nuovi strumenti prendono spazi importanti come il synth ed iniziano a rilevarsi le prime influenze soul e funk elementi che caratterizzeranno la produzione successiva. Bowie si autoproclamò anche lead guitar mettendo da parte il fido scudiero Mick Ronson mentre in qualche pezzo compare la straordinaria batteria di Ansley Dumbar già con John Mayall, Frank Zappa, Jefferson Starship e che sfiorò la leggenda definitiva andando ad un passo dall’entrare nel trio di Jimi Hendrix, ruolo che poi andò a Mitch Mitchell.
Già l’iniziale straziante grido di “Future Legend” lascia presagire un disco stupefacente. La successiva Diamonds Dogs è irrefrenabile e che il riff sia molto simile a “Brown Sugur” dei Rolling Stones è solo un valore aggiunto. “Sweet Thing-Candidate- Sweet Thing resprise”, costituisce una sorta di mini suite che porta ad uno dei più grandi e longevi successi del Duca, “Rebel Rebel”. L’attacco resta ancora oggi un vero e proprio pugno in faccia capace di smuovere anche il più pigro dell’ascoltatore e non per niente il pezzo viene ancora usato in centinaia di spot pubblicitari.
La seconda facciata del 33 giri è quello che rimane del citato progetto teatrale. I Suoni futuristi di “Rock’n Roll with me” e “We Are the Dead” introducono alla svolta musicale degli anni successi ben evidente in “1984”. Il pezzo finale “Big Brother” è di una forza incredibile dall’indimenticabile ritornello e chiuso dal frenetico canto ripetitivo ….. Bro Bro Bro Bro …. una chiusura atipica che al tempo dell’album capivi solo quando la puntina si staccava dal disco tanto era coinvolgente e quasi fastidiosamente ipnotica.
Nessun album del Duca Bianco riuscì mai ad eguagliare Diamond Dogs che poteva essere inserito di diritto tra i primi 10 album del rock più belli di sempre. Sarebbe solo bastato che Bowie avesse scritto “Heroes” appena qualche anno prima.

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