BANCO DEL MUTUO SOCCORSO – DARWIN
Se tra In The Curt of the Crimson King dei King Crimson, Selling England by the Pound dei Genesis e Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, ancora oggi esistono discussioni su quale possa essere il disco più importante di tutto il progressive rock, a livello italiano non esistono, e tantomeno non possono esistere, dubbi. La storia inizia nel 1968 quando il giovanissimo Vittorio Nocenzi riesce ad ottenere un provino alla RCA. Il provino soddisfa i discografici ma la moda dell’epoca è poco incline ai musicisti singoli pertanto il ragazzo viene invitato a presentarsi con una band. In questo modo nasce il primo nucleo del Banco con il fratello Gianni al pianoforte, Franco Coletta alla chitarra, Fabrizio Falco al basso e Mario Achilli alla batteria. I veri primi passi il Banco li muove nel 1970 a Marino, dove le fontane daranno vino ma evidentemente anche ottimi musicisti tipo Vittorio e il fratello Gianni. Lì il gruppo ha la sua sala prove che poi passerà alla storia come la mitica “Stalla”. Le prime registrazioni del Banco del Mutuo Soccorso furono tre brani inclusi in ‘Sound 70’, una compilation pubblicata solo su nastro che presentava nuove formazioni e che permise alla band di incidere Vedo il telefono (che anni dopo fu ripresa con un nuovo testo per farne il brano forse più famoso del Banco, Non mi Rompete), La mia libertà e Padre Francesco. Nella prima embrionale formazione accanto a Vittorio, Gianni Nocenzi e Fabrizio Falco, entrano Claudio Falco alla chitarra e Franco Pontecorvi alla batteria. E con questa line-up furono registrati altri brani che rimasero a lungo inediti. Questi stessi brani sono stati pubblicati in Donna Plautilla nel 1989. La reale svolta avvenne nel 1971 quando al II° Festival Pop di Caracalla a Roma, i fratelli Nocenzi incontrarono il chitarrista dei Fiori di campo Marcello Todaro, Francesco Di Giacomo (voce), Renato D’Angelo (basso) e Pierluigi Calderoni (batteria della band Esperienze). Il feeling è immediato e la decisione di mettersi insieme naturale. In quel momento nasce il vero Banco del Mutuo Soccorso. Messi sotto contratto dalla Ricordi Dischi pubblicano nel 1972 il primo album, il famoso salvadanaio che contiene tracce che resteranno nella storia del gruppo e non solo. Il Giardino del Mago e RIP irrompono sulla scena musicale italiana con forza inaudita e inaspettata. I testi favoleggianti e le musiche classicheggianti con aperture a volte dolcissime a volte violente stupiscono il pubblico. Nello stesso anno esce Darwin. Considerato il primo concept album italiano, affronta il tema dell’evoluzione umana così come teorizzata da Charles Darwin, dal caos primordiale, all’apparizione dell’uomo sulla terra con la conseguente assunzione di una propria coscienza e sensibilità. I titoli stessi danno l’idea dei contenuti, “L’Evoluzione” che porta alle prime scoperte e invenzioni. La scoperta del proprio corpo con “La conquista della posizione eretta”. I vantaggi dell’ unirsi in comunità e della socializzazione in “Cento mani e cento occhi”. L’amore e la sessualità nel capolavoro di “750.000.000 anni fa, l’amore”. vetta inarrivabile dell’intero movimento progressive italiano. L’album si chiude con la domanda delle domande, del tipo “chi siamo dove andiamo e soprattutto perché siamo” visto che poi tutto deve finire, “Miserere alla storia”. La voce di Francesco Di Giacomo è più ferma e convincente. Le musiche più curate e profonde rispetto al primo pur grande album, sono di matrice spiccatamente progressive e testimoniano l’attaccamento del Banco alla tradizione italiana a differenza di altri gruppi italiani forse con l’orecchio troppo teso verso la terra di Albione a discapito dell’ originalità della proposta musicale. Darwin riscosse grandissimo successo restando per settimane in testa alla classifica degli album più venduti ma soprattutto restando per sempre la gemma più preziosa dell’intero movimento progressive italiano.