Anche il Polo Civico esprime parere favorevole all‘ipotesi di coordinamento tra le amministrazioni territoriali interessate dal progetto del termovalorizzatore presentato dalla A2A Energia Spa.

Coordinamento finalizzato ad opporsi con energica mobilitazione all’installazione di una fonte inquinante ulteriore che si sommerebbe ad altre, già operanti sul nostro territorio.

Sentiamo però la responsabilità di dare una corretta informazione ai nostri concittadini evitando di abbandonarci alla comoda prassi del marketing del consenso, cercando invece di elevare lo sguardo oltre i nostri confini locali a realtà e culture europee che utilizzano i termovalorizzatori.

Attualmente esistono due termovalorizzatori nel territorio della Regione Lazio per i quali sono stati già spesi ingenti risorse dei contribuenti: quello di San Vittore, in fase di potenziamento e attualmente a regime di funzionamento minimo; quello di Colleferro,  di proprietà della Regione ma chiuso da Zingaretti, secondo alcuni, per compiacere le proteste   popolari guidate dal Sindaco di Colleferro esponente del PD.

I cosiddetti Termovalorizzatori di ultima generazione hanno raggiunto livelli tecnologici tali da garantire impatti ambientali minimali, che potrebbero essere tollerati in aree dove non esistono particolari criticità ambientali. In alcune nazioni, come quella svedese per esempio, fanno oramai parte di un sistema integrato di riscaldamento e produzione di energia elettrica. A livello di sistema complessivo nazionale, questa esperienza presenta addirittura un impatto ambientale ridotto rispetto ad un sistema tradizionale di riscaldamento degli ambienti domestici e produzione di energia, pur  comprensivo di fonti rinnovabili.

I termovalorizzatori quindi non vanno demonizzati in assoluto, ma considerati potenzialmente funzionali se inseriti in una piano organico nazionale di gestione del ciclo dei rifiuti, definito sulla base di criteri e prerogative di tutela ambientale. Per quanto si possa differenziare e riciclare, infatti, rimangono nella realtà sempre dei residui con destinazione quasi obbligata: discarica o inceneritori. Questi ultimi spesso fuori regione o nazione, raggiungibili con trasporti che introducono ulteriori impatti, sia livello economico che ambientale.

Se immaginati in tale contesto, i termovalorizzatori potrebbero  offrire persino una funzione di ottimizzazione e ridurre le immissioni inquinanti a livello sistemico complessivo (vedi esperienza del Gerbido in provincia di  Torino). Necessiterebbe a tal proposito uno studio per definire una loro presenza minimale sul territorio nazionale, con posizionamenti stabiliti con criteri gestionali e non politici, ovvero in base a criteri di salute ambientali, tecnici ed economici.

Per tali motivi riteniamo irricevibile la proposta di qualsiasi progetto di nuova installazione di un termovalorizzatore nei nostro territorio di ambito che non soddisfarebbe i criteri sopra citati.

Coordinamento Polo Civico

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