E alla fine la tanto vitupirata tassa di soggiorno o sbarco diventerà realtà. O almeno così sembra leggendo la proposta del Governo, avallata anche dal sindaco di Roma in cui si ipotizza questo nuovo balzello che andrebbe ad arricchire le casse dell’Area Metropolitana, lasciando invece a secco quelle del Comune di Civitavecchia che pure, da questa entrata, potrebbe ricavare enormi vantaggi. Non sono mancate, ovviamente le levate di scudi in parte condivisibili per l’ennesimo smacco nei confronti di una città che dal porto, nonostante qualcuno si ostini a fare credere diversamente, riceve solo inquinamento.
Verrebbe da dire: bravi, Civitavecchia non può assistere all’ennesimo scempio fatto calare dall’alto dei palazzi romani, bisogna opporsi . Peccato però che i paladini della nuova Repubblica civitavecchiese siano gli stessi che qualche mese fa criticarono l’idea della previsione di una tassa d’imbarco, sbarco o soggiorno da versare nelle casse del Pincio: bollata “come una mazzata verso gli armatori che avrebbero fatto le valigie verso altri porti perché il costo di un 1 euro o poco sarebbe stato fin troppo pesante da sopportare”.
Peccato che all’indomani della proposta avanzata dal Governo, nessuno degli armatori abbia proferito parola e alzato il tiro nei confronti di questa proposta e appare ormai certa la sua approvazione in vista del prossimo Giubileo. Una cosa è certa: se dovesse passare la tassa per l’Area metropolitana sarebbe l’ennesima batosta per una città che deve fare i conti con l’incapacità di una buona parte della classe politica e non solo.

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