In seguito all’articolo del Monsignor Luigi Marrucci risponde, via e-mail e su carta stampata, anche il consigliere Gentili. «Eccellenza, non ho la più pallida idea di chi ha riportato in evidenza una lettera di risposta, giratami dalla Segreteria del Sindaco l’11/09/2013, dopo il loro rientro in servizio dalle ferie, sul Corriere inerente la questione barriere architettoniche del Museo Diocesano e di cui Le era stata data informazione solo via e-mail».

«Ciò nonostante – prosegue il comunale Gentili – gli articoli sul Corriere di Viterbo continuano ad essere titolati con troppa superficialità. Non è la prima volta che succede. Chiunque abbia usato il termine “bacchetta” lo informo che, il sottoscritto, non ha ricevuto bacchettate da nessuno, in quanto, ha sempre avuto una educazione pubblica e laica, figuriamoci se per il mancato rispetto, altrui, di prassi normative possa riceverle dal Vescovo».

Il comunale Gentili molto ironicamente rettifica e sottolinea «è troppa grazia aver un bagno per disabili al Museo Diocesano ma non basta». Tornando al suo articolo di novembre in cui si chiedeva autocritica e unione di intenti «è opportuno di nuovo informare l’intera Diocesi che per quell’immobile era ed è necessario un cambio di destinazione d’uso non eseguito e mai pervenuto in Comune».

«Solo con il bagno a pian terreno e i carteggi con la richiesta per finanziamenti atti a provvedere alla spesa di un ascensore avvenuti tra Comune e Diocesi, non era possibile dare alcun benestare». Specifica e seguita ancora Gentili affermando come «in vista della richiesta da anni all’esame della Consulta regionale Cei si è proceduti solo ad usufruire di finanziamenti comunali e pubblici per rendere accessibili le chiese del Duomo e di Santa Maria in Castello. Strutture, queste, che risultano essere private e non comunali».

«Mi sorprende soltanto – continua Gentili – come dal noto meccanismo dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, istituito con legge del 20 maggio 1985, che finisce in opere pie e che percepite dai cittadini italiani, non abbiate ancora ricevuto risposta dalla Consulta regionale. Strano davvero perché, per l’accessibilità dei più disagiati, questa, dovrebbe avere accondiscendenza».

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