Il sindaco Mazzola: «Facciamo conoscere alle più giovani generazioni, senza retorica e faziosità, la voce di un passato complesso e drammatico».

«Ricordiamo oggi i meriti della Resistenza, del movimento partigiano, delle forze armate italiane, per diffondere alle più giovani generazioni, senza retorica e faziosità, la voce di un passato complesso e drammatico». Lo ha detto il sindaco Mauro Mazzola, aprendo il suo intervento a viale Luigi Dasti per la celebrazione del 25 aprile, cui hanno partecipato le autorità civili e militari cittadine, le organizzazioni sindacali, le associazioni combattentistiche d’arma e di volontariato e la banda “Giacomo Setaccioli”. Tiziano Torresi, ex presidente della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italia), ha ricordato la figura del medico Domenico Emanuelli, sindaco di Tarquinia nell’immediato secondo dopoguerra. Il primo cittadino nel suo discorso ha toccato vari temi. Ha sottolineato come «una grande azione civile e ideale, finalizzata alla libertà e all’indipendenza, si concretizzò nella mobilitazione coraggiosa di cittadini, giovani e giovanissimi, che si ribellavano all’oppressione straniera, al totalitarismo», citando «le prove dolorose che dovettero sostenere, con spirito di fedeltà alla Nazione, quei militari italiani che vennero internati in Germania e che non si sottomisero ad alcuna adulazione, ma scrissero con le loro vite la storia della Resistenza». Ha poi menzionato il 70° anniversario dell’introduzione del suffragio universale e del riconoscimento del diritto di voto alle donne. Forte il riferimento all’attualità: «Non permettiamo che l’inestimabile eredità, ricevuta da chi oggi celebriamo, venga dispersa. – ha affermato il sindaco Mazzola – Ora sta a noi difendere la democrazia e tenere a mente il corso storico come esempio: non lasciamo che le ingiustizie possano sopraffarci, non abbassiamo mai la guardia, perché perdere la libertà e i diritti equivale a perdere la dignità personale e nazionale. Dobbiamo restare uniti nella lotta al terrorismo, mai come oggi così vicino alle nostre porte. Non si può darla vinta agli attentatori, per questo è doveroso combattere in difesa della nostra libertà, dei nostri valori, del futuro. I terroristi che hanno voluto colpire con tragici attacchi la Francia e il Belgio, di conseguenza l’Europa e il mondo, devono sapere che c’è una decisa risposta da parte di tutta la collettività».

 

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