Il tenore dei commenti apparsi in questi giorni sulla stampa alla proposta Enel di riconversione a gas di TVN non ci trova d’accordo perché non ne  condividiamo l’impostazione. Intendiamoci, il progetto così come formulato  non piace neanche a chi scrive, e la tutela dell’ambiente è qualcosa che ci sta sicuramente a cuore. Ma non è questo il punto che ci differenzia, ma l’accento sul lavoro, perché crediamo che una battaglia di questa portata per essere vinta ha bisogno dell’apporto di tutti, e se non possiede al suo interno come collante principale il lavoro è una battaglia che divide in partenza e ci rende molto deboli.

Contestare l’Enel e il suo progetto parlando unicamente di ambiente rischia di diventare una mossa dal sapore populista e poco efficace ai fini della tutela degli interessi locali. Civitavecchia non ha bisogno di agitazioni sociali, di populismi o d’altro: ha bisogno di essere rispettata nei suoi lavoratori e nelle sue imprese. Per questo motivo crediamo che la strada migliore per arrivare ad un’intesa che rispecchi gli interessi della città sia quella dell’apertura di un tavolo del lavoro o di  crisi.

Un tavolo che sia coordinato dalla Presidenza del consiglio dei ministri e che coinvolga comune, regione, sindacati e associazioni imprenditoriali, nel quale possa non solo essere rivisto il progetto ma anche garantito il miglioramento delle condizioni ambientali e tutelato adeguatamente il lavoro. Perché le imprese locali, che molto hanno investito in risorse umane e finanziarie, non debbono uscire penalizzate da una trasformazione del genere, che va risolta realisticamente e non con proposte attuabili forse tra dieci anni. La crisi c’è: facciamo in modo di diventare protagonisti del suo tempestivo superamento piuttosto che complici del suo prolungamento.

Il coordinamento del POLO CIVICO

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