SOLITUDINE E REALTÀ VIRTUALE di Alessandro Spampinato

Ti sei chiesto ultimamente cos’è che temi di più? Anche le paure, come la moda, il cibo e l’estetica, sono condizionate da fattori culturali e mutano a seconda delle tendenze. C’è stato il tempo in cui la paura dominante era la guerra, eravamo spaventati dalla possibilità di una terza guerra mondiale atomica, il pericolo sembrava imminente e reale. Poi è arrivata la paura degli attentati terroristici di natura politica, mafiosa e religiosa. Poi siamo stati schiacciati dalla paura del futuro, di non trovare un posto di lavoro e ancora la paura della fine del mondo, nel 2012 ricordate? E a seguire la paura del fallimento economico, dell’inquinamento globale, della manipolazione di massa, dei vaccini, delle scie chimiche, dell’invasione e del controllo alieno, dei cibi geneticamente modificati, del controllo digitale, ecc. ecc. Ansie, paure attacchi di panico sono sempre di più nostri compagni di vita, ombre ad accompagnarci ovunque andiamo. Attualmente la paura dominante e sempre più dilagante riguarda l’instabilità e la precarietà dei rapporti. Sempre più persone temono che la loro relazione o la loro famiglia finisca da un momento all’altro con la conseguente sensazione di fallimento e di solitudine. La paura dominante in questo momento è la solitudine! Questo ha senso perché la solitudine è una esperienza anti-umana. Se vogliamo ferire qualcuno lo escludiamo o gli giriamo le spalle. Cosa fa più male ad una persona dell’esclusione e dell’indifferenza? Pensate se i vostri amici o i vostri colleghi organizzassero una festa o una cena e voi non foste invitati! Nel regime carcerario, che di per sé è già una forma di punizione, esiste la cella di isolamento che è la massima pena. Noi siamo animali sociali, siamo programmati sin dalla nascita a interagire con gli altri e con l’ambiente, scambiamo informazioni attraverso i sensi e i linguaggi corporeo e verbale, in sintesi tutto è relazione e legame. Oggi più che mai questo bisogno umano fondamentale e istintivo sembra essere minacciato, sempre più persone di tutte le età lamentano la paura di rimanere sole, di essere abbandonate, di non essere in grado di mantenere o costruire relazioni stabili e durature. Perché questa esplosione di paura? Da dove viene tutta questa difficoltà nei rapporti? Sicuramente la crisi economica ha giocato e gioca tutt’ora un ruolo importante nel minare le nostre sicurezze, ma il sospetto ricade maggiormente sulle nostre nuove abitudini. Oggi siamo tutti connessi online, misuriamo la nostra popolarità attraverso i like che ricevono i nostri post, stringiamo decine di nuove amicizie con un solo clic del mouse, ma soprattutto non parliamo più e non pensiamo più né da soli né con qualcuno, ma chattiamo e esprimiamo le nostre emozioni attraverso le emoticons. L’attività principale è quella di scorrere con il dito le home dei nostri social media, vedere le foto per qualche secondo e guardare i video per un massimo di 10 secondi. È tutto veloce, ad effetto, un attimo e si è subito da un’altra parte, su un’altra immagine, su una nuova sensazionale notizia. Tutto mediato dal cellulare, filtrato dai media. Tanti amici, tante chat, tante sensazioni, ma tutte virtuali, usa e getta, filtrate e manipolate. Incontrarsi di persona è difficile può risultare deludente, non si sa che dire né che fare. Non si pensa, non si parla né si condivide di persona quasi più niente. Questa nuova forma sociale sta modificando le nostre vite e le nostre abitudini, ci stanno riprogrammando il cervello per proiettarci in un mondo fittizio e preconfezionato. Ecco la radice delle nuove paure umane. La solitudine reale e il conseguente rifugio nella realtà virtuale.